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Le espulsioni forzate mascherate da rimpatri volontari

Le espulsioni forzate mascherate da rimpatri volontariPersone ammassate nel seminterrato del commissionato di Tangeri in una foto dell'Associazione Gadem (Gruppo antirazzista di difesa di stranieri e migranti)

Marocco Le associazioni per i diritti umani denunciano le azioni del governo contro i migranti

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 11 novembre 2018

Si terranno a Marrakech, l’11 e 12 dicembre, l’undicesimo Forum globale sulla migrazione e lo sviluppo e la Conferenza intergovernativa sull’immigrazione, durante la quale gli stati membri delle Nazioni Unite adotteranno il “Patto globale per una migrazione sicura e regolare”.

DUE APPUNTAMENTI che confermano la centralità sempre maggiore che il Marocco va assumendo all’interno della cosiddetta questione migratoria, complice anche il blocco della rotta balcanica e la politica di chiusura adottata dall’Italia. Una centralità per cui Rabat è diventata in poco tempo un interlocutore privilegiato per l’UE, con la Spagna a fare da capofila in trattative e discussioni. È in vista di questi appuntamenti internazionali che alcune associazioni locali – Association Marocaine des Droits Humains in primis – hanno diffuso un comunicato congiunto per denunciare le gravi azioni che il Marocco sta compiendo contro i cittadini migranti, con «il silenzio complice dell’Unione europea». Violazioni dei diritti umani secondo le organizzazioni, «tentativi di far fronte ai flussi sempre più importanti di migranti» secondo il governo di Rabat.

Tra questi “tentativi” ci sono anche numerosi rimpatri forzati, spesso mascherati da rimpatri volontari. Lo denuncia con forza il Gadem – Gruppo antirazzista di difesa di stranieri e migranti – nell’analisi Expulsions gratuites, appendice del rapporto Coûts et blessures diffuso a ottobre. Secondo quanto raccolto dall’associazione, il seminterrato del commissariato centrale di Tangeri è stato trasformato in un luogo detentivo dalle condizioni inumane. Non viene rilasciata alcuna notifica dell’arresto. Le persone, private di documenti e telefonini, attendono anche per settimane o mesi, ammassate, dormendo per terra, senza alcun tipo di assistenza medica. Ogni giorno si apre con un appello: le persone chiamate vengono ammanettate e condotte via bus all’aeroporto di Casablanca.

Lì sono imbarcate su aerei di linea e rimpatriati. Le autorità consolari dei paesi d’origine sono coinvolte attivamente nelle procedure: le persone ascoltate dall’associazione riferiscono di aver incontrato, presso il commissariato centrale o in un ufficio situato nello stadio di Tangeri, dei rappresentanti dell’autorità consolare del proprio paese.

«DOPO UN MESE di detenzione illegittima nel commissariato, MMC, cittadino camerunense, è stato rimpatriato, nonostante il suo netto rifiuto, e dunque contraddicendo la dichiarazione ufficiale circa una pratica di rimpatrio volontario», denuncia il Gadem, che segnala come l’espulsione sia stato accompagnata da violenze e minacce. Proprio con il Camerun sembrerebbe infatti esserci in atto una pratica che maschererebbe da rimpatri volontari quelle che in realtà sono espulsioni forzate: «Il foglio che la polizia ti consegna fa intendere alle autorità del tuo paese che hai chiesto un ritorno volontario: tuttavia si tratta di un rimpatrio forzato, in complicità con i rappresentanti dei nostri paesi».

Così un cittadino camerunense, raggiunto telefonicamente dall’associazione Gadem.
Nei mesi tra luglio e settembre, quando il Gadem ha redatto il dossier, erano 142 le persone presenti nel commissariato centrale di Tangeri, di cui almeno 10 minori. Ad oggi, dopo più di due mesi, 38 di loro sono ancora detenuti. Tra loro 8 minori, di cui un richiedente asilo.

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