Le colleghe difendono in aula la cestista Usa
Russia Le stelle del basket e il Congresso si mobilitano per il caso Griner
Russia Le stelle del basket e il Congresso si mobilitano per il caso Griner
Un certificato medico per l’uso terapeutico della cannabis. È l’ultimo atto del processo a carico di Brittany Griner, cestista statunitense in stato di detenzione in Russia perché pochi giorni dopo l’inizio del conflitto armato in Ucraina è stata trovata in possesso di olio di cannabis all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca.
Griner si è detta colpevole sottolineando che si trattava di uso personale. Rischia sino a dieci anni per spaccio di droga.
La vicenda presenta connotati politici: i due Paesi trattano uno scambio di prigionieri, la cestista con il connazionale Paul Whelan (16 anni per spionaggio) potrebbero tornare negli Stati uniti, mentre in Russia, sebbene fonti diplomatiche russe abbiano definito l’operazione «prematura», farebbe ritorno Viktor Bout, trafficante di armi condannato a 25 anni.
Sul caso Griner si è attivato il Congresso americano, denunciando le condizioni di detenzioni dell’atleta, incarcerata in luogo sconosciuto per oltre 100 giorni. Griner ha anche scritto al presidente Joe Biden per segnalare le condizioni della sua detenzione.
La star Nba Lebron James si è esposto per il suo rimpatrio, accusando Biden di scarso interesse sulla questione. Alla penultima udienza – il processo si svolge a Khimki -, a favore della cestista hanno testimoniato le colleghe dell’Ekaterinburg, squadra per cui l’americana è ancora tesserata, in attesa del ritorno nella Wnba alle Phoenix Mercury.
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