Secondo il ministro degli Esteri Tajani, la numero due dell’ambasciata italiana ad Atene Susanna Schlein «è salva per miracolo perché per fortuna non è esplosa la molotov piazzata sotto la macchina vicina all’impianto del gas che è sotto la camera da letto della sua famiglia». Un particolare, questo, che sembra contraddire la pista anarchica su cui si concentrerebbero le attenzioni degli inquirenti italiani e greci. Perché gli attentati rivendicati negli ultimi mesi dalla «Fai– Fri» e dai mille corpuscoli della galassia dell’anarchismo sono sempre stati – fin qui – senza vittime né feriti. Il titolare della Farnesina infatti si è limitato ad aggiungere: «Probabilmente si tratta di un attentato di origine anarchica come ce ne sono stati altri».

Ma che sia questa la pista su cui lavorano i magistrati ellenici lo ha riferito il ministro greco per la Sicurezza dei cittadini, Theodorikakos, al ministro dell’Interno Piantedosi. Tajani ieri è subito volato ad Atene per portare a Susanna Schlein «la mia solidarietà e del governo». La presenza della prima Consigliera «in ambasciata – ha riferito poi Tajani ai giornalisti – mi ha rassicurato, l’ho trovata serena. Ho ringraziato lei e i nostri diplomatici che in un momento difficile hanno dimostrato grande serietà e grande determinazione».

Fino a ieri sera nessuno ha rivendicato l’attacco alla diplomatica italiana ma la Procura di Roma intanto ha aperto un fascicolo coordinato dal pm Lo Voi che probabilmente procederà per attentato con finalità di terrorismo. L’azione però viene collegata ad una serie di mobilitazioni, scritte e anche attentati incendiari che nelle ultime settimane sono stati siglati da gruppi anarchici a sostegno del detenuto Alfredo Cospito. L’uomo è condannato all’ergastolo ostativo per strage contro la sicurezza dello Stato sebbene l’attentato di cui è stato riconosciuto colpevole non abbia avuto vittime né feriti. Ma la pena gli è stata comminata mentre scontava una precedente condanna a 10 anni per un reato di sangue. Cospito da maggio è sottoposto al regime duro del 41 bis nel carcere Bancali di Sassari e da 40 giorni è per questo in sciopero della fame. Come lui, rifiutano il cibo, contro un regime trattamentale che isola dal mondo circa 750 detenuti che lo subiscono, anche Anna Beniamino, la sua ex compagna condannata con Cospito per l’attentato del 2006 alla Scuola allievi Carabinieri di Fossano, e altri due detenuti anarchici Juan Sorroche e Ivan Alocco.

Nel nome di Alfredo, Anna, Juan e Ivan si sono tenute tante manifestazioni legali. Ma il sito di anarchistnews.org è pieno anche di rivendicazioni di piccoli e grandi attentati. L’ultimo è quello alla Marr di Taggia, in Liguria, una ditta che fornisce pasti anche alle locali carceri. Nella notte del 12 novembre, recita la rivendicazione, «tramite 6,5L di benzina abbiamo incendiato i mezzi e distrutto il capannone dell’azienda. Marr=profitti sulla pelle dei detenuti. 41-bis=carcere=tortura. Diamo forza ad Alfredo, Anna, Ivan, Juan e Toby! Per l’Anarchia!». Ma le azioni di sedicenti «anarchici» sono segnalate in tutto il mondo, dall’Oregon a Berlino, da Atene a Trento, dall’Alabama a Roma…

Ieri però il legale di Cospito, Rossi Albertini, ha minimizzato: «Per quanto sia grave, parliamo di un’auto incendiata. La quasi totalità delle iniziative di solidarietà sono state legittime e legali e se pure hanno travalicato il limite sono state forme di scarsissima offensività giuridica. Facciamo sviluppare le indagini e agiamo con razionalità. Spero – ha concluso – che non siano affermazioni condotte da pregiudizio o ipotesi non verificate». Subito dopo è arrivata una dichiarazione dello stesso Cospito, in attesa a giorni che il tribunale di Sorveglianza di Roma decida se sospendere il 41bis: «So che in tanti, anche intellettuali e personalità autorevoli, si sono mobilitati contro l’ingiustificatezza delle misure di detenzione a cui sono sottoposto, qualcosa che per me è impossibile da accettare e che continuerebbe a farmi sentire murato vivo in un carcere».