L’avvocato Calantropo: «La tesi del processo politico già smentita dal tribunale dei ministri»
Per gli oltre tre anni del dibattimento Salvini-Open Arms l’avvocato Michele Calantropo, che difende l’Arci Sicilia costituitasi parte civile, ha dato battaglia nelle aule del tribunale di Palermo: «Le normative sono chiare, le diverse tesi difensive del ministro non hanno trovato riscontro».
Partiamo dalla fine: la richiesta della procura è di sei anni, una via di mezzo rispetto al massimo della pena. Come la valuta?
È una richiesta equilibrata perché stiamo parlando di un soggetto incensurato che ha svolto delle condotte sicuramente illegittime o addirittura illecite. Dimostra grande equilibrio.
Il leghista parla di un processo politico. È stato questo?
Assolutamente no. Proprio coloro i quali avrebbero dovuto dimostrare che si trattava di un processo politico – Conte, Toninelli, Moavero o Lamorgese – hanno smentito questa tesi. In tutte le udienze nessuno che ha sostenuto che quella del ministro fosse un’azione politica da parte del governo. Era un atto amministrativo, anche perché se si fosse trattato di un atto politico il tribunale dei ministri non l’avrebbe trasmesso per il rinvio a giudizio. Il primo vaglio su una condotta non politica è stato fatto da quei giudici.
Durante il dibattimento la difesa ha cambiato linea almeno tre volte. Perché?
Ho difficoltà a valutare il lavoro degli altri o addirittura una linea strategica sotto il profilo difensivo, ma ritengo che su tutte le circostanze portate avanti dagli avvocati di Salvini non c’è stato alcun riscontro valido. Perché le normative sono chiare, a meno di mettere in discussione sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, delle Sezioni unite della Cassazione o perfino normative internazionali. Per esempio la criminalizzazione secondaria delle Ong è stata completamente negata dalla ricostruzione dei fatti. È poi stata smentita la tesi della scarsa conoscenza del ministro su quello che stava accadendo in quei giorni. Che fosse al corrente lo dimostrano anche le sue dirette Facebook e dichiarazioni pubbliche.
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Ecco perché quello contro le Ong era solo un teoremaIl dibattimento è iniziato nell’aprile del 2021, da allora sono arrivate sentenze importantissime che hanno smentito in senso generale la criminalizzazione del soccorso civile in mare andata avanti per anni: Cassazione su Rackete, Asso28, naufragio dei bambini e, su tutte, Iuventa. Hanno avuto un effetto nella vicenda processuale di Salvini?
È presto per dirlo, lo vedremo nella sentenza. Ma è un dato comune ormai accertato che la criminalizzazione di chi soccorre in mare persone in pericolo di vita non aveva fondamento. La difesa dei confini è un’altra cosa. La procura ha detto correttamente che «innanzitutto bisogna difendere i confini del diritto e dello stato di diritto». Quello sì è uno sforzo che dobbiamo fare tutti.
Nella requisitoria i pm sembrano essersi concentrati più sul reato di rifiuto di atti d’ufficio che su quello di sequestro di persona. Sulle due ipotesi sono emersi livelli di concretezza diversi nel corso del dibattimento?
Non sono d’accordo. Entrambi i reati sono stati affrontati dalle fondamenta. Questi devono avere un sostrato compatibile col sistema giuridico, non è facile spiegarlo a livello mediatico. Ma da operatore del diritto vedo che entrambi sono stati motivati dalla procura. Infatti la richiesta è di sei anni e non riguarda solo uno dei due. Conoscendo la professionalità dei procuratori ritengo che se avessero ritenuto che per uno mancavano i presupposti non avrebbero chiesto la condanna.
Certo guardando il processo dall’esterno resta difficile credere che un ministro venga condannato per sequestro di persona. Il reato potrebbe essere derubricato?
È una strada su cui ci stiamo muovendo. Ci tornerò nella prossima discussione, per valutare se ci sono anche ipotesi di altre violazioni di legge, diciamo degradate. Ma a oggi l’insieme dell’impianto probatorio ha ampiamente specificato i reati contestati. Poi spetterà al tribunale valutare il disvalore penale delle condotte e darne una corretta valutazione giuridica. Onestamente credo che il sequestro di persona ci sia stato. Anche perché è emerso da tutte le testimonianze che il blocco della nave è stato fatto perché da lì a poco sarebbe caduto il governo ed era in atto una campagna elettorale che ha determinato le azioni incriminate.
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