L’arte del ragionamento appresa a Baker Street
Indagini Massimo Polidoro, "Sherlock Holmes e l’arte del ragionamento", per Feltrinelli
Indagini Massimo Polidoro, "Sherlock Holmes e l’arte del ragionamento", per Feltrinelli
La sfida dialettica e concettuale che in ogni romanzo di Conan Doyle accompagna il confronto tra il Dottor John Watson e Sherlock Holmes, non ruota solo intorno al modo migliore per affrontare, e risolvere «un caso».
Come sottolinea nel suo ultimo volume il giornalista, docente universitario e divulgatore scientifico Massimo Polidoro, Sherlock Holmes e l’arte del ragionamento (Feltrinelli, pp. 238, euro 18) il detective, e le sue indagini incarnano per i lettori di ogni epoca una sorta di emblema del pensiero razionale. «A chi non piacerebbe intuire a colpo d’occhio come stanno veramente le cose, risolvere problemi complessi con una fumata di pipa o sconfessare al volo le bugie?», si chiede Polidoro che ammette di aver intrecciato in questo interessante volume due sue grandi passioni: la capacità di ragionamento critico dell’essere umano e la passione per la straordinaria figura di Sherlock Holmes.
Così, prendendo spunto dalle avventure di Holmes, Polidoro si propone di carpire i segreti che sono alla base del suo metodo di indagine: «Toglieremo il velo alle trappole cognitive che spesso ci fanno credere a cose infondate, impareremo a osservare oltre le apparenze e costruiremo un bagaglio di conoscenze che ci permetterà di pensare meglio».
Seguire il percorso del detective, «ci porterà a comprendere come funziona davvero la nostra mente e ci aiuterà a usarla bene». Muovendo dal testo letterario e dalle analisi che Holmes propone a corredo del proprio procedere, vengono affrontati una serie di nodi che hanno a che fare con la scienza come con la vita quotidiana di ciascuno di noi. Polidoro riflette così ad esempio sul talento del detective «nell’osservare ciò che ai più risulta invisibile».
La sfida, in questo senso, non è però solo quella di imparare «a guardare», ma di raccogliere dal contesto circostante tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno: «collegare i puntini, per così dire». Ebbene, tali elementi che affascinavano Holmes e il suo creatore alla fine dell’800, sono diventati «oggetto di studio della psicologia» che su questo terreno ha fatto molti passi in avanti, ma solo nel corso degli ultimi sessant’anni. Ancora una volta, in qualche modo, il detective era arrivato prima. gu. ca.
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