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La verde Jill Stein avvia la corrida del «recount»

La verde Jill Stein avvia la corrida del «recount»Jill Stein marcia con gli studenti nella campagna per le presidenziali – Jill2016.com

Presidenziali 2016 Raccolti in 4 giorni più di 5,6 milioni di dollari. Si inizia con Wisconsin e Pennsylvania ma di questo passo probabile riconteggio anche in Michigan. Clinton non commenta

Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 26 novembre 2016

Il presidente eletto Trump continua nella formazione della squadra di governo, e sembra intenzionato a selezionare l’investitore miliardario Wilbur Ross come segretario al Commercio, nomina che si andrebbe ad aggiungere alla lista dei grandi donors repubblicani che avranno un ruolo in questa amministrazione.

Oltre a Ross si fa il nome di Todd Ricketts, uomo d’affari e comproprietario della squadra di baseball Chicago Cubs, che rischia di essere scelto come vice segretario. Trump ha già chiamato la miliardaria Betsy DeVos, altra top donor repubblicana, per il ruolo di segretario all’istruzione, componendo così una squadra formata essenzialmente da uomini e donne d’affari, super ricchi e con pochissima o nessuna esperienza politica.

Questa composizione del governo è uno degli elementi che stanno probabilmente spingendo gli americani a donare a Jill Stein i soldi necessari al riconteggio dei voti in Wisconsin, Michigan e Pennsylvania, dove la candidata dei verdi sostiene di avere le prove dei brogli repubblicani.

Al momento, e in brevissimo tempo, 3/4 giorni, Stein ha raccolto più di 5,6 milioni di dollari, più di tutta la sua campagna presidenziale, e abbastanza per pagare il milione e centomila dollari necessari a far aprire nuovamente le urne in Wisconsin e Pennsylvania (la richiesta sarà formalizzata lunedì 28 novembre), mentre per il Michigan il limite temporale è fissato per mercoledì prossimo.

«Non lo sto facendo per aiutare il partito democratico – ha precisato Jill Stein – ma per aiutare la democrazia americana che da queste elezioni è uscita con le ossa rotte. Il popolo ha bisogno di un sistema elettorale credibile del quale fidarsi».

In rete iniziano a sorgere dei dubbi riguardo la vera motivazione che spinge il Green Party verso questa mossa, il dubbio principale, come sottolineato anche dal New York Times, sta nella cifra richiesta ai sostenitori, che aumenta di giorno in giorno. Inizialmente erano due milioni e mezzo, raggiunti i quali è aumentata a quattro e ora si parla di 7 e forse perfino di 11 milioni di dollari.

Ma questo dubbio non ferma l’afflusso continuo di danaro che sta arrivando ai verdi, la somma più alta mai raccolta da un partito minore americano. Il fatto stesso che i democratici non abbiano intrapreso questa mossa, secondo Stein, dimostra quanto siano collusi con il sistema.

Da parte sua, lo staff di Hillary Clinton non si pronuncia visto che non ci sono segnalazioni di frode o di manomissione di voto e gli analisti democratici ritengono che il vero colpevole dietro le disparità elettorali in Michigan, Wisconsin e Pennsylvania sia stata una base democratica demotivata.

Tra una settimana, se tutto continua su questo binario, a queste domande arriveranno le risposte.

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