La Venere degli stracci, opera iconica di Michelangelo Pistoletto, ritroverà il suo posto a piazza Municipio. L’installazione, nella versione alta 7 metri, era stata data alle fiamme all’alba del 12 luglio da Simone Isaia, un ragazzo con forti problemi psichici. Era rimasto in piedi solo lo scheletro e una serie di interrogativi intorno al rapporto con l’arte, con il disagio, con i meccanismi della società di consumo. «La Venere ci ha interrogato – ha spiegato ieri Pistoletto – e abbiamo risposto».

Così del rogo il maestro ha deciso di tenere il relitto intorno al quale riallestire l’opera, le spese saranno a carico della Fondazione Pistoletto che poi donerà la Venere a Napoli. La scorsa estate era stata lanciata una raccolta fondi per coprire le spese di ricostruzione da parte de L’Altra Napoli Ef, il ricavato adesso sarà devoluto all’associazione La Scintilla (che opera per la tutela e l’accompagnamento delle persone con disabilità intellettiva) e alla cooperativa sociale Lazzarelle, impegnata in progetti di lavoro per le donne in detenzione.

«Un percorso attraverso cui il dolore si è trasformato in cura. La Venere non si è annientata ma rigenerata nel medesimo luogo – ha proseguito Pistoletto -. È accaduto un episodio di degenerazione che ha innescato dinamiche di riflessione e di confronto importanti sulle devastazioni dei giorni nostri. Sarà una grande gioia per tutti aver trasformato la sofferenza in una nuova occasione di vitalità e rinascita».
L’opera riprenderà posto a piazza Municipio il 22 gennaio (dopo aver avuto un trattamento ignifugo e con un servizio di vigilanza a controllare, assicurano dal comune) e ci rimarrà per quattro mesi. «Sarà donata alla città e dovremo trovarle una collocazione, un posto rappresentativo, perché questa storia appartiene alla città e vogliamo che resti» ha dichiarato ieri il sindaco Manfredi.