Si intitola Il valore della ricerca. Storia ed eccellenze dell’Istituto Mario Negri ed è a cura di Cinzia Colombo (il Mulino, pp. 173, euro 18) il bel libro che raccoglie le testimonianze di coloro che, a vario titolo, hanno lavorato presso il prestigioso istituto di ricerche farmacologiche, al quale è legato indissolubilmente il nome di Silvio Garattini.

L’istituto è stato fondato a Milano nel 1961 per volontà di Mario Negri, gioielliere e filantropo milanese che mise a disposizione il capitale iniziale, e su iniziativa di Garattini, fondatore e direttore fino al giugno 2018.

Garattini è stato un pioniere della farmacologia, spinto da un’autentica vocazione per la conoscenza scientifica che nel 1957 lo portò negli Stati Uniti, dove «visitando tutte le università e le maggiori istituzioni americane, mi resi conto che da loro la ricerca era già una professione mentre da noi si faceva solo quando si aveva tempo. Mi aveva colpito la loro idea di Fondazione, il privato che in piena autonomia opera per il bene pubblico».

ISPIRATO da questo spirito di rinnovamento, l’istituto ha iniziato la sua attività a Milano nel 1963 a nell’area di Quarto Oggiaro, operando come la prima fondazione privata italiana dedicata interamente alla ricerca scientifica. A costituire il gruppo fondatore, Alfredo Leonardi e Silvio Garattini, insieme a una squadra composta da 21 ricercatori nelle aree di ricerca che riguardano psicofarmacologia, metabolismo dei lipidi e chemioterapia dei tumori.

Tra le testimonianze incluse nel volume Il valore della ricerca, quelle di Alberto Mantovani, immunologo di fama internazionale e oggi direttore scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano; Elisabetta Dejana, accademica dei Lincei e responsabile di una unità di ricerca presso l’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare; Silvia Franceschi, direttore scientifico del centro di Riferimento Oncologico di Aviano; Benedetto Saraceno, responsabile del Dipartimento di Salute Mentale presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Dopo 44 anni di attività nella prima storica sede di via Eritrea, a Milano, l’Istituto dal giugno 2007 si è trasferito in una moderna sede situata nel quartiere della Bovisa, accanto al nuovo Politecnico.

Circa 700 i ricercatori in tre sedi, una a Milano e due a Bergamo (presso il Parco Scientifico e Tecnologico del Kilometro Rosso e a Ranica dove risiede il Centro di Ricerca Clinica per le Malattie Rare Aldo e Cele D’Acco).

L’Istituto per scelta non brevetta le proprie scoperte, preferendo metterle gratuitamente a disposizione della comunità scientifica e dei pazienti. Ha sempre mantenuto la propria indipendenza dall’industria, dallo Stato, dalla politica, finanza, e dall’Università. Non accetta finanziamenti da una sola fonte più del 10 per cento del suo bilancio.

Ciò consente la libertà nella selezione dei temi di ricerca, la massima possibilità di collaborazione senza dover sottostare alla confidenzialità e alla segretezza dei dati.

L’ATTIVITÀ DI RICERCA dell’Istituto è condotta da dieci dipartimenti di ricerca e si focalizza principalmente su tumori, malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative, malattie renali, trapianto d’organo, salute pubblica, inquinamento ambientale. Lo studio delle malattie rare è un altro ambito importante che lo ha reso punto di riferimento nazionale e internazionale.

Una fucina di eccellenze è stato e continua ad essere L’Istituto Mario Negri e questo libro è un buon viatico per i più giovani che si affacciano all’affascinante mondo della ricerca scientifica.