Visioni

La tassa emotiva del redivivo qua qua

La tassa emotiva del redivivo qua quaAnnalisa – foto Ansa

Sanremo Più invecchia e più ci appare come una tassa, quel contributo che si deve allo Stato per far funzionare il welfare di cui tutti dovremmo beneficiare, vedi scuole, sanità, diritto alla casa, trasporti, infrastrutture.

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 9 febbraio 2024

Più invecchia e più ci appare come una tassa, quel contributo che si deve allo Stato per far funzionare il welfare di cui tutti dovremmo beneficiare, vedi scuole, sanità, diritto alla casa, trasporti, infrastrutture.
Senonché, come tutte le tasse, le paghi volentieri se sono eque e ti garantiscono servizi efficienti. Qual è il tributo emotivo e di tempo che il Festival di Sanremo ci chiede? E quanto ci restituisce in termini di canzoni e spettacolo?
Negli ultimi trent’anni, il Festival è a poco a poco resuscitato passando dallo stato comatoso a un evento nazionale che per almeno una settimana prende in ostaggio la nazione.
È la tassa all’immaginario che dobbiamo pagare, volenti o nolenti, perché hai voglia a dire «Io il festival non lo seguo», prima o poi quello ti casca addosso. Per carità, se uno vuole lo può evitare benissimo, ma poi te lo ritrovi in prima pagina quando apri il giornale, sia cartaceo che online, nelle conversazioni dei tuoi vicini di caffè al bar, ti ripiomba addosso sui social, nelle radio, ai tg.

RESTANDO nell’ambito della chiacchiera da bar, che poi sarebbe la platea d’elezione del Festival, la cosa che finora ha tenuto più banco, e parimenti inorridito, è stata la triste fine imposta a John Travolta con il ballo del qua qua. Ho sentito dire da quattro giovani donne: «Ma perché uno con una storia così ha fatto una roba così?». Risposta: «Eh per soldi, cara mia, per soldi. Gli hanno dato un milione di euro. Io per un milione altro che qua qua che farei». «Ah vabbé. Però il cappellino del papero non se l’è messo, almeno quello». «Eh, mica doveva promuovere il cappellino. Le scarpe c’aveva da far vedere, le scarpe».
Finora non ci sono conferme ufficiali sul compenso a Travolta, ci resterà tuttavia impressa la sua aria smarrita, la sua non voglia di ballare i suoi famosi successi, il suo strattonarlo da dentro a fuori l’Ariston dove si è consumata l’umiliazione, sua e nostra, perché abbiamo dimostrato di non saper nemmeno inventarci un siparietto degno della sua storia cinematografica. E comunque, il giorno dopo l’attore ha rifiutato di firmare la liberatoria per diffondere l’ignominiosa performance.

E le canzoni, l’ingrediente principale per cui si pagherebbe la tassa? Ah beh, quelle sono il contorno di un’edizione dove si è riusciti ad avere un presentatore che presenta un cantante ospite che presenta un cantante in gara che presenta un altro cantante in gara

UN FORTE calo fra i commenti, quest’anno, si è riscontrato riguardo i vestiti, argomento che da sempre appassiona i seguaci. Cosa vuoi che siano il reggicalze di Annalisa, le ruche e le piume di Loredana Berté, la gonna in pelle di Mengoni, il top monospalla di Mahmood in confronto ai nude look di Chiara Ferragni, ai trasformismi di Achille Lauro, alle farfalline di Belen, ai travestimenti di Elio e le storie tese delle passate edizioni? Roba da educande, come se ormai si sia fatto e strafatto così tanto che non resta che tornare alla pacata normalità di tanto nero/bianco e qualche vestito decisamente poco donante, tipo quell’anfora rigida e tutta lustrini che Rose Villain ha indossato nella seconda serata.
E le canzoni, l’ingrediente principale per cui si pagherebbe la tassa? Ah beh, quelle sono il contorno di un’edizione dove si è riusciti ad avere un presentatore che presenta un cantante ospite che presenta un cantante in gara che presenta un altro cantante in gara, e poi c’è il collegamento con la nave di uno sponsor, quello con il palco in esterno, la pubblicità, i casi drammatici, un ospite che lancia un altro programma Rai, i siparietti a volte da asilo Mariuccia.
Per accorciare i tempi, perché in pochi resistono fino alle due del mattino, si potrebbe pensare di dare la conduzione del prossimo anno a Zlatan Ibrahimovic che, ospite della prima serata, ha dimostrato quanto sia efficace la sintesi verbale. Ma non lo faranno. Bisogna pagare e soffrire.

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