La sinistra divisa cerca il filo di sutura (e la memoria)
Ancona in tempesta Pier Paolo Pasolini, ne “La lunga strada di sabbia” (a cura di Philippe Séclier, Graziella Chiarcossi e Giona Tuccini Roma, Contrasto due, 2005) scrive: «Ancona è una città semplice e […]
Ancona in tempesta Pier Paolo Pasolini, ne “La lunga strada di sabbia” (a cura di Philippe Séclier, Graziella Chiarcossi e Giona Tuccini Roma, Contrasto due, 2005) scrive: «Ancona è una città semplice e […]
Pier Paolo Pasolini, ne “La lunga strada di sabbia” (a cura di Philippe Séclier, Graziella Chiarcossi e Giona Tuccini Roma, Contrasto due, 2005) scrive: «Ancona è una città semplice e felice! E certo, malgrado la triste ricostruzione, una tra le più belle città d’Italia. Città senza lungomari, gremita, con perfezione, su una punta sulla cui vetta c’è la cattedrale, e che fa sì che Ancona dia su due mari.
Ma il passeggio, la domenica, avviene sulla grande via che unisce i due mari, e da cui i due mari non si vedono: c’è passeggio di terraferma.
Chissà perché, in questa, città così distesa, così armoniosa, ci sono – mi sembra – tanti nevrotici, si vedono tante facce spaurite e timide: stempiate, col mento tondo dei deboli. Questo rende la città ancora più cara. Non l’ho mai vista, eppure la riconosco: l’amo subito eppure mi resta straniera.
Solo il giorno dopo, scopro che ha una spiaggia, nitida spiaggia di sassi e scoglietti, sotto una grande scalinata retorica e biancheggiante, con tempesta e colonne, e un grande ristorante rotondo che domina il mare».
Chissà perché ci sono tanti nevrotici? Ci sono i nevrotici e c’è il mare a sorpresa dentro alla città, in fondo a scoscendimenti di scale, come a Napoli: la spiaggia del Passetto. Tempesta e colonne, al Passetto, perché sopra la spiaggia di scoglio e cemento, c’è il monumento colonnato ai caduti, monumento fascista, con versi del marchigiano Leopardi. «Beatissimi voi che offriste il petto alle nemiche lance», dal Canto all’Italia. Lo sdoganeranno, Leopardi, i Fratelli di Ancona è una città strana e divisa, scelta da Moretti per mettere in scena un lutto sospeso, da Visconti per l’Ossessione («ad Ancona c’è il porto, va a imbarcarti? – «per ora vado a guardare il mare»).
Da Soldini per “Un’anima divisa in due“. Ecco questo ha dimostrato alle urne: divisa almeno in due (alle primarie), al primo turno, al ballottaggio dispersa in rivoli perché tanti non sono tornati a votare, e i cinque stelle sono tanti, milioni di milioni. Divisa come la sinistra che per trent’anni ha governato e ora cede il passo all’eterna opposizione che lunedì pomeriggio si è riversata nel Palazzo del Comune con una foga da Capitol Hill.
È questa anche la città che fu capace di una Settimana Rossa, di miccia anarchica (ad Ancona c’è una piazzetta dedicata a Malatesta l’anarchico, non il Signore di Rimini); l’insurrezione popolare prese le mosse da qui e si propagò in Emilia Romagna come reazione all’eccidio di tre manifestanti avvenuto nel capoluogo marchigiano ad opera della forza pubblica. Repubblicani e socialisti sostennero la manifestazione, tra loro l’allora socialista Mussolini. Una città divisa che ora tocca alla destra in attesa che la sinistra trovi il filo, di sutura, e passi la tempesta e le colonne.
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