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La sinistra divisa cerca il filo di sutura (e la memoria)

La sinistra divisa cerca il filo di sutura (e la memoria)Il sindaco del centrodestra Daniele Silvetti con Pino Insegno durante il comizio ad Ancona – foto Ansa

Ancona in tempesta Pier Paolo Pasolini, ne “La lunga strada di sabbia” (a cura di Philippe Séclier, Graziella Chiarcossi e Giona Tuccini Roma, Contrasto due, 2005) scrive: «Ancona è una città semplice e […]

Pubblicato più di un anno faEdizione del 31 maggio 2023

Pier Paolo Pasolini, ne “La lunga strada di sabbia” (a cura di Philippe Séclier, Graziella Chiarcossi e Giona Tuccini Roma, Contrasto due, 2005) scrive: «Ancona è una città semplice e felice! E certo, malgrado la triste ricostruzione, una tra le più belle città d’Italia. Città senza lungomari, gremita, con perfezione, su una punta sulla cui vetta c’è la cattedrale, e che fa sì che Ancona dia su due mari.

Ma il passeggio, la domenica, avviene sulla grande via che unisce i due mari, e da cui i due mari non si vedono: c’è passeggio di terraferma.

Chissà perché, in questa, città così distesa, così armoniosa, ci sono – mi sembra – tanti nevrotici, si vedono tante facce spaurite e timide: stempiate, col mento tondo dei deboli. Questo rende la città ancora più cara. Non l’ho mai vista, eppure la riconosco: l’amo subito eppure mi resta straniera.

Solo il giorno dopo, scopro che ha una spiaggia, nitida spiaggia di sassi e scoglietti, sotto una grande scalinata retorica e biancheggiante, con tempesta e colonne, e un grande ristorante rotondo che domina il mare».

Chissà perché ci sono tanti nevrotici? Ci sono i nevrotici e c’è il mare a sorpresa dentro alla città, in fondo a scoscendimenti di scale, come a Napoli: la spiaggia del Passetto. Tempesta e colonne, al Passetto, perché sopra la spiaggia di scoglio e cemento, c’è il monumento colonnato ai caduti, monumento fascista, con versi del marchigiano Leopardi. «Beatissimi voi che offriste il petto alle nemiche lance», dal Canto all’Italia. Lo sdoganeranno, Leopardi, i Fratelli di Ancona è una città strana e divisa, scelta da Moretti per mettere in scena un lutto sospeso, da Visconti per l’Ossessione («ad Ancona c’è il porto, va a imbarcarti? – «per ora vado a guardare il mare»).

Da Soldini per “Un’anima divisa in due“. Ecco questo ha dimostrato alle urne: divisa almeno in due (alle primarie), al primo turno, al ballottaggio dispersa in rivoli perché tanti non sono tornati a votare, e i cinque stelle sono tanti, milioni di milioni. Divisa come la sinistra che per trent’anni ha governato e ora cede il passo all’eterna opposizione che lunedì pomeriggio si è riversata nel Palazzo del Comune con una foga da Capitol Hill.

È questa anche la città che fu capace di una Settimana Rossa, di miccia anarchica (ad Ancona c’è una piazzetta dedicata a Malatesta l’anarchico, non il Signore di Rimini); l’insurrezione popolare prese le mosse da qui e si propagò in Emilia Romagna come reazione all’eccidio di tre manifestanti avvenuto nel capoluogo marchigiano ad opera della forza pubblica. Repubblicani e socialisti sostennero la manifestazione, tra loro l’allora socialista Mussolini. Una città divisa che ora tocca alla destra in attesa che la sinistra trovi il filo, di sutura, e passi la tempesta e le colonne.

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