La sinagoga brucia, la Francia condanna
Francia Nessuna vittima. Caccia all’uomo con la bandiera palestinese. Gli episodi di antisemitismo sono triplicati in un anno, ricorda il ministro Darmanin
Francia Nessuna vittima. Caccia all’uomo con la bandiera palestinese. Gli episodi di antisemitismo sono triplicati in un anno, ricorda il ministro Darmanin
Sono tutte le istituzioni e la politica francese, senza eccezioni, a stringersi intorno alla comunità ebraica, colpita da un nuovo attentato, questa volta contro la sinagoga alla sinagoga di La Grande-Motte, piccolo centro nel sud del paese.
IERI PER TUTTO IL GIORNO si è lavorato a ricostruire la dinamica dei fatti, che sono stati subito classificati come atto terroristico dalla Procura nazionale. In mattinata, proprio nel giorno di riposo ebraico dello shabbath, poco prima delle 8,30, sono state incediate due macchine davanti all’ingresso della sinagoga di Bet-Yacoov, nella cittadina di La Grande-Motte, costa mediterranea della Francia nei pressi di Montpellier. L’incendio ha danneggiate le porte d’ingresso del luogo di culto, all’interno del quale si trovavano 5 persone, incluso il rabbino, rimaste illese. Ferito invece in seguito allo scoppio provocato dall’esplosione di una bombola di gas che era all’interno di uno dei veicoli, un membro della polizia municipale. Altre bombole del gas avrebbero preso fuoco, anche all’interno del cortile della sinagoga. «Siamo scampati a una tragedia assoluta», ha dichiarato il primo ministro uscente Gabriel Attal recandosi sul posto, che ha definito l’aggressore «estremamente determinato»
QUANTO ALL’IDENTITÀ dell’attentatore, ricercato da circa 200 agenti di polizia, le notizie risultano ancora confuse, anche se alcuni elementi sono emersi grazie ai video registrati dalle telecamere di videosorveglianza. L’agenzia France-Presse, riportando fonti vicine alle indagini, riferisce di un uomo che lasciava a piedi il luogo dell’esplosione esponendo la bandiera palestinese, ma secondo il quotidiano Le Figaro forse portava sulla testa una kefiah di colore rosso. Un’altra fonte menziona delle bottiglie vuote in mano al sospettato, che avrebbe avuto il drappo con i colori palestinesi legato in vita, mentre dalle immagini risulta più difficile distinguere se l’uomo fosse armato, forse di una pistola calibro 9.
«I miei pensieri vanno ai fedeli della sinagoga de La Grande-Motte e a tutta la comunità ebraica del nostro paese», ha scritto ieri a metà giornata su X il presidente Emmanuel Macron. «Faremo ogni sforzo per trovare l’autore di questo atto terroristico e proteggere i luoghi di culto». Da parte sua, il ministro degli Interni Gérald Darmanin assicura di aver chiesto a tutti i prefetti il rafforzamento immediato della protezione delle sinagoghe, mentre il premier Gabriel Attal, parlando di «atto antisemita che prende di mira i nostri concittadini ebrei» ha promesso: «Non ci lasceremo mai intimidire di fronte alla violenza».
PAROLE DI CONDANNA dell’aggressione alla sinagoga sono arrivate da tutto l’arco politico, dall’estrema sinistra fino a Rn. Il leader de La France insoumise Jean-Luc Mélenchon ha parlato di «crimine intollerabile» e specificato: «Laicità e libertà di coscienza sono figlie della libertà di culto». Lo accusa però di omissione la ministra uscente per la lotta contro le discriminazioni, Aurore Bergé: «L’antisemitismo non è residuale» polemizza riprendendo una vecchia dichiarazione di Mélenchon, «bensì una piaga che lo stato deve sempre combattere».
A parlare di «antisemitismo che cresce in Francia e qui ha colpito di nuovo», il segretario del partito comunista francese Fabien Roussel, recatosi anche lui in visita a La Grande-Motte. Sulla stesa lunghezza d’onda la candidata a primo ministro del Nuovo Fronte Popolare Lucie Castets, che si è schierata a sostegno della comunità ebraica francese in modo deciso: «La Repubblica non tollererà mai l’antisemitismo».
GLI ATTACCHI alla comunità ebraica francese si sono si sono intensificati dopo il 7 ottobre. Solo pochi giorni fa, il ministro degli Interni aveva ricordato come dall’inizio del 2024 gli episodi classificati come antisemiti sono stati 830, il triplo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
A maggio, quando un uomo ha appiccato il fuoco alla sinagoga di Rouen, il paese ha reagito con manifestazioni di solidarietà verso la comunità ebraica. Un fuoco, così come una tensione, che in Francia torna spesso facilmente a riaccendersi.
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