Abbiamo partecipato al grande comizio pre-elettorale di Kemal Kiliçdaroglu, il leader del partito kemalista Chp, nella sua roccaforte: la città costiera di Izmir. Tra bandiere con l’effige intramontabile di Ataturk e canzoni tradizionali, la retorica di sinistra del secondo partito turco dall’aumento dei salari minimi alla riduzione del costo della benzina, dalla lotta alla disoccupazione giovanile fino all’assunzione di 300 mila precari della scuola, alza l’asticella dello scontro politico sulla crisi economica. La crescita in Turchia rallenta inesorabilmente secondo l’Organizzazione economica per la sicurezza e la cooperazione (Osce) nel 2015 e l’inflazione galoppa all’8,1% a maggio. Kiliçdaroglu ha trovato così...