Il modello tedesco: la scuola straripante di alunni ma senza gli insegnanti. Ovvero come la Germania ha sacrificato l’educazione di un’intera generazione in nome dell’emergenza permanente. Prima l’Austerity con il totem del debito-zero, poi la pandemia sanitaria, e ora la guerra di Putin che ha già riempito le classi-pollaio con 203.215 nuovi scolari, profughi dell’Ucraina.
Risultato: la schule primaria e secondaria nella Bundesrepublik è un disastro conclamato e la politica non può fare più nulla, neppure volendo. «L’attuale condizione è matematicamente incontrovertibile fino al 2030» sentenziano i dirigenti scolastici.

Tradotto, significa che nel paese più prospero d’Europa i nati nel nuovo millennio non potranno godere del diritto all’Istruzione così come garantito dalla Costituzione, mentre il loro governo ha appena speso 100 miliardi di euro per il revamping delle forze armate e annuncia l’equivalente piano-Marshall per salvare il made in Germany dalla concorrenza Usa.
E ormai è troppo tardi per correre ai ripari. Il cancelliere Olaf Scholz potrebbe pure stanziare finanziamenti a nove zeri per formare tutti gli insegnanti che servono, non sarebbero comunque pronti a entrare in classe prima di cinque anni.

RIPETENTI VOLONTARI
Emerge nell’ultimo rapporto di Deutsche Schulbarometer l’enorme buco nero nella didattica denunciato dai presidi. «Il problema più drammatico è la spaventosa mancanza di insegnanti. L’effetto pratico è che oltre il 30% degli alunni è in grave ritardo sul programma scolastico mentre il 75% delle scuole comunica di non essere più in grado di fornire ai ragazzi l’insegnamento necessario. Si somma al pesantissimo deficit di istruzione subìto dagli scolari con le lezioni a distanza durante la pandemia».
Così, sui tavoli delle direzioni didattiche dei 16 Land si cumulano le domande degli studenti che chiedono volontariamente di ripetere l’anno scolastico. Nessun disturbo specifico di apprendimento, ma la consapevolezza di aver perso terreno e la necessità di doverlo recuperare prima dell’bitur, equivalente dell’esame di maturità italiano con la differenza che in Germania coincide con la scelta semi-definitiva dell’iter formativo, ossia della futura professione.

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«Sono un ripetente volontario della dodicesima classe. Voglio raggiungere il livello A con meno stress. Per me è la soluzione migliore. Dalla pandemia in poi mi sono accorto di avere gravi lacune in matematica. Del resto, è ovvio che se gli alunni restano a casa per mesi poi influisce sui programmi, specialmente nelle materie scientifiche in cui tutto si accumula» riassume Pascal Groothuis, non il somaro della classe ma il portavoce del Consiglio studentesco della Renania-Palatinato, al microfono della radio Swr.

Come lui nello Stato con capitale Magonza altri 8.404 auto-bocciati, il 2,6% dell’intero corpo-studenti, esattamente il doppio rispetto all’anno scolastico 2020-2021. Non va meglio nella “ricca” Baviera che vanta addirittura il 3%, lo stesso livello della “povera” Sassonia-Anhalt, mentre il record di ripetenti volontari spetta al Meclemburgo-Pomerania con il 5%.

MAGHEGGIO DIDATTICO
«Ci sono trucchi e giganteschi abbellimenti sul numero di insegnanti» tuona Heinz-Peter Meidinger, presidente del Deutsche Lehrerverband, l’associazione federale degli insegnanti. Secondo il sindacato in molti Land le ore di lezione vengono tagliate già all’inizio dell’anno scolastico a seconda della carenza di insegnanti, in modo da coprire la domanda almeno sulla carta. Eppure ancora non basta: «In alcuni Stati vengono assunti come collaboratori genitori o altre persone prive di competenza che poi figurano come docenti nell’organigramma».

Di conseguenza i numeri ufficiali, già di per sé più che allarmanti, sono da triplicare. A sentire Meidinger le cattedre scoperte in Germania sono in realtà tra 32.000 e 40.000 e non le 12.341 registrate dai ministeri dell’Istruzione dei Land. Cifra al di là di ogni immaginazione e soprattutto fortemente sbilanciata a livello regionale, come confermano i dati di Redaktionsnetzwerk Deutschland: in Nordreno-Vestfalia mancano oltre 8.000 insegnanti, nello Schleswig-Holstein 2.o00, a Berlino e in Sassonia-Anhalt 800 ciascuno, in Baden-Württemberg, Sassonia e Bassa Sassonia almeno 400. Di contro, Baviera, Brandeburgo, Renania-Palatinato e Saarland non segnalano alcuna carenza; l’Assia addirittura un lieve surplus.

TOPPE E SCORCIATOIE
A Stoccarda si sono inventati l’«Anno Pedagogico Volontario» per provare ad attrarre al volo nuovi docenti, mentre a Magdeburgo hanno preferito affidarsi all’agenzia interinale con l’ordine di arruolare anche gli insegnanti di altri Paesi Ue. Soluzioni tanto creative quanto insufficienti, al pari di chi adotta il metodo tradizionale. Provano a richiamare in servizio i pensionati i governi di Sassonia, Sassonia-Anhalt, Bassa Sassonia, Nordreno-Vestfalia e Berlino, tentando allo stesso tempo di convincere a suon di bonus gli attuali insegnanti a rimandare la data del ritiro.

In Turingia spianano la strada alla formazione soprattutto dei maestri elementari, invece nel Meclemburgo puntano a sussumere il personale tecnico-amministrativo. In pratica, vale quasi tutto. Per questo Meidinger avverte: «Ormai non possiamo più evitare questo reclutamento, tuttavia deve essere chiaro che nuovi insegnanti dovranno essere preparati e fare il tirocinio obbligatorio. Il governo non può mica catapultarli in classe da un giorno all’altro».