La scomparsa di Hakim Bey, l’anarchico del piano astrale
Dal sufismo al misticismo libertario Stroncato domenica da un infarto. Il suo «T.A.Z., Zone Autonome Temporanee» (1991) è stato il «manuale poetico di formazione» di più generazioni alternative. L’ultimo esempio è arrivato in anni recenti da Seattle. Centri sociali, rave, reti: l’ispirazione per creare contesti di libertà in una «dimensione separata altra»
Dal sufismo al misticismo libertario Stroncato domenica da un infarto. Il suo «T.A.Z., Zone Autonome Temporanee» (1991) è stato il «manuale poetico di formazione» di più generazioni alternative. L’ultimo esempio è arrivato in anni recenti da Seattle. Centri sociali, rave, reti: l’ispirazione per creare contesti di libertà in una «dimensione separata altra»
Un infarto ha stroncato domenica notte la vita terrena di Hakim Bey (al secolo Peter Lamborn Wilson), uno dei più originali pensatori libertari del Secondo dopoguerra. Dopo aver studiato lettere classiche alla Columbia University il suo interesse virò verso le religioni orientali e il sufismo. Obiettore di coscienza alla guerra in Vietnam, nel 1968 lascia per molti anni gli Stati Uniti per viaggiare in Oriente, dapprima in India, poi in Pakistan. Ma è l’Iran il luogo ove soggiornerà più a lungo, fino al 1979. Dopo aver tradotto Henry Corbin, viene incaricato dal filosofo sufi Seyyed Hossein Nasr, fondatore dell’Accademia imperiale iraniana di filosofia, di occuparsi delle loro pubblicazioni in lingua inglese.
Dopo la Rivoluzione iraniana, rientra negli Usa dove allaccia un intenso rapporto con William S. Burroughs, prima di adottare lo pseudonimo di Hakim Bey. Nel 1980, dà alle stampe un bellissimo libro sull’iconografia angelica nelle diverse culture del mondo: dallo sciamanesimo alla classicità greca, dal cristianesimo all’islamismo, dal buddismo all’induismo, tutte le religioni condividono il medesimo culto verso le figure angeliche, che a suo avviso può essere considerato l’unico culto «spirituale» transculturale comune a tutto il mondo.
IN SEGUITO COLLABORA con il collettivo editoriale anarchico della rivista Semiotext(e), di cui cura due numeri, tra cui l’antologia di fantascienza radicale «Strani attrattori». Ma il testo che gli darà grande notorietà è di pochi anni dopo: T.A.Z., un acronimo che sta per Zone Autonome Temporanee. In quel momento ancora non esisteva la Rete, anche se aveva piena legittimità il movimento Cyberpunk, con le sue visioni hackeristiche e aperte della tecnologia e delle reti. Un periodo in cui Free festival e rave stavano cambiando le modalità di aggregazione sociale e in cui molti collettivi mutavano forma, scegliendo di non affrontare in modo frontale il potere, per creare situazioni di libertà in una «dimensione separata altra».
Il libro fu una deflagrazione! T.A.Z. diventa fin da subito il «manuale poetico di formazione» di più generazioni alternative. Era distribuito ovunque: nelle librerie, in centinaia di centri sociali, nei rave illegali e in misteriosi festival clandestini nei boschi del Piemonte e del Veneto, con tanto di sequestro delle copie. Le reazioni alla novità del pensiero di Bey furono così intense, che molti collettivi si dichiararono non più «gruppi politici», ma Zone Autonome Temporanee. E questo ovviamente non solo in Italia.
HAKIM BEY avrebbe in più occasioni mostrato una grande capacità visionaria. Come in Millennium dove previde con largo anticipo il ruolo politico antiamericano dell’Islam radicale. Capacità previsionali che non nascevano solamente da un’attenta analisi politica, ma più magicamente da una frequentazione ispirata del piano astrale. Proprio l’aspetto anarco-mistico che in molti punti ispira la sua filosofia è il tema che spesse volte susciterà piccate reazioni da parte dei «political correct».
Ma a questo rispondeva così: «L’anarchismo deve svezzarsi dal materialismo evangelico & dal banale scientismo bidimensionale ottocentesco. Gli ‘stati superiori della coscienza’ non sono meri spettri inventati da preti cattivi. L’Oriente, l’occulto, le culture tribali posseggono tecniche che possono essere ‘appropriate’ in modo genuinamente anarchico. Senza gli ‘stati superiori della coscienza’, l’anarchia finisce & degrada in una forma di miseria, in un lamento piagnucoloso. Ci serve una forma pratica di “anarchismo mistico”, scevro di qualsiasi menata New Age & inesorabilmente eretico & anticlericale».
L’ULTIMA ATTUALIZZAZIONE del suo pensiero è stata la nascita un paio di anni fa a Seattle e in altre città americane di TAZ urbane come forma di protesta per l’uccisione di George Floyd: la CHAZ, cioè la TAZ di Capitol Hill, consisteva nell’occupazione pacifica di diversi isolati del quartiere, dove veniva distribuito gratuitamente cibo, e venivano tenuti spettacoli musicali e artistici in strada. Insomma, la degna attualizzazione di un pensatore sempre radicale, mai banale e sempre profondamente visionario.
Abbiamo avuto notizia che Peter stia già brigando per costituire una Taz celeste. Questa volta forse durerà di più. Buon viaggio Peter!
Illuminazioni e pirati nel catalogo Shake
In Italia i libri di Hakim Bey sono pubblicati da Shake Edizioni. Oltre a T.A.Z. (nuova ed. 2020) sono disponibili: Le repubbliche dei pirati (2008); Il giardino dei cannibali (2011) e Angeli. Illuminazioni, racconti e immagini sui messaggeri degli dei (2017). Inoltre, ha curato (con Robert A. Wilson e Rudy Rucker) l’antologia di fantascienza radicale Strani attrattori (2009) e Orgie dei mangiatori di hashish. Ricettario esotico e spirituale (con Abel Zug, 2006).
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