Ad East Palestine dopo la rimozione è arrivata la rabbia. La piccola località al confine fra Ohio e Pennsylvania è da due settimane l’epicentro di quello che potrebbe diventare un catastrofico disastro ambientale, dopo il deragliamento di un convoglio ferroviario agli inizi del mese. L’incidente ha prodotto un incendio e la fuoriuscita di un catalogo di sostanze velenose fra cui il cloruro di vinile, glicole dietilenico, acido acrilico, isobutene, butilacrilato ed il fosgene. Per rendere l’idea del tasso di tossicità, quest’ultima sostanza fu originalmente impiegata come arma chimica nella prima guerra mondiale, e come le altre è oggi utilizzata come precursore industriale nella manifattura di plastiche ed altri materiali. Dopo l’incidente del treno della Norfolk Southern, le stesse autorità hanno favorito la fuoriuscita dai vagoni per prevenire un’esplosione potenzialmente catastrofica.

L’OPERAZIONE ha però sprigionato dense nubi tossiche sul paese fra Pittsburgh e Youngstown, nel cuore dell’hinterland industriale caratterizzato da piccoli paesi prevalentemente operai. La popolazione è stata evacuata d’emergenza per alcuni giorni prima di venire riammessa nelle proprie case. Ma il rientro non è stato rassicurante, molti residenti da giorni accusano malori, mal di pancia, emicranie e denunciano forti odori chimici. L’Epa, autorità ambientale, ammette la presenza di odori ma nega che esistano livelli «sufficientemente pericolosi» di contaminazione. Affermazioni che non fanno nulla per rassicurare i cittadini che denunciano malori e morie fra gli animali domestici compresi 5.000 pesci nel vicino torrente che presumibilmente mette a rischio le falde acquifere. Rimane intanto sconosciuta l’entità della contaminazione penetrata nel suolo.

A PEGGIORARE le cose il conglomerato ferroviario privato responsabile ha anch’esso intrapreso una prevedibile strategia di pubbliche relazioni per sminuire i pericoli, delineando un familiare piano di mezze verità ed ampie zone d’ombra atte ad evitare eventuali responsabilità penali. Martedì gli abitanti hanno convocato un’assemblea nella palestra del liceo dove è esplosa la frustrazione, soprattutto perché i rappresentanti del Norfolk Southern si sono defilati. «Sappiamo già che non avremo la verità», ha dichiarato alla Bbc un residente. «Pensano di approfittarsi di noi perché siamo gente semplice di un piccolo paese», ha aggiunto un’altra persona che abita nella zona.

SULLA SITUAZIONE si è pronunciata anche Erin Brokovich. L’attivista specializzata in mobilitazioni ambientali e di salute pubblica contro grandi interessi industriali ha consigliato: «Non fidatevi di quel che vi dicono, intanto mettetevi al riparo».
L’affare sta intanto diventando un caso politico nazionale. Il governatore repubblicano Mike DeWine ha impiegato due settimane per accettare aiuti federali, affermando inizialmente di «non vedere un problema», per consigliare successivamente alla popolazione di «bere acqua in bottiglia». Contemporaneamente sui social si registra un’ondata di dietrologia complottista strumentalizzata dalla destra che, percepita una linea d’attacco al governo, ha versato copiose lacrime di coccodrillo sulle normative insufficienti, senza menzionare la deregulation che sotto Trump ha azzerato le norme ambientali e di sicurezza su richiesta del grande capitale.

NON SI È DISTINTO per tempestività ne trasparenza neanche il segretario ai Trasporti Pete Buttigieg, l’astro nascente e il più “kennediano” dei ministri Biden, che stenta ancora a definire un’indagine incisiva per appurare le responsabilità industriali di un caso che appare sempre più paradigmatico di un disaster capitalism dalle molteplici corresponsabilità.

Robert Reich, ex ministro degli Interni, ha sottolineato il ruolo dell’avidità della ferrovia che ha prima speso miliardi in lobbisti per evitare l’imposizione di norme governative di sicurezza sulle proprie operazioni ed ora impone il costo della propria negligenza sula popolazione inerme. Nello specifico la Norfolk Southern era recentemente riuscita ad evitare il proposto ammodernamento dei sistemi di frenaggio. Quell’episodio si inserisce nella generale strategia di massimizzazione dei profitti che ha visto le otto maggiori società ferroviarie impegnate in una campagna di riduzione del personale.

A DICEMBRE Biden era intervenuto per imporre un nuovo contratto ed evitare lo sciopero della categoria. In quella vertenza i sindacati che rappresentano 115.000 lavoratori ferroviari rivendicavano anche il raddoppiamento dei conducenti e il diritto a giorni di malattia. Nell’accordo firmato da Biden «per evitare interruzioni alla catena di approvvigionamenti vitale per il Paese», questi non sono stati concessi.

«I licenziamenti fatti dalle ferrovie negli ultimi anni hanno un costo», ha dichiarato a The Nation un sindacalista ferroviario. «E di solito il prezzo è la sicurezza pubblica. Loro considerano gli incidenti come un costo operativo». «È un segnale di allarme», ha aggiunto Ron Kaminkow, segretario del sindacato Railroad Workers United, «Se non viene fatto qualcosa il prossimo incidente potrebbe essere cataclismico».

L’AVVELENAMENTO di East Palestine intanto potrebbe entrare nel novero dei grandi incidenti industriali del paese, che in questi giorni sta forse assistendo solo all’inizio di un doloroso e tossico strascico politico e penale. La Norfolk Southern ha giustificato la diserzione dell’assemblea cittadina con il rischio dell’incolumità fisica dei propri rappresentanti. Un’ipotesi che è semmai diventata più probabile in seguito a quella decisione.