La protesta delle tende: «Senza casa, senza futuro»
Università Contro il caro-affitti gli studenti si mobilitano a Roma, Cagliari, Torino, Firenze, Pavia. La critica alla linea fallimentare del Pnnr che lascia gestire il diritto allo studio ai privati
Università Contro il caro-affitti gli studenti si mobilitano a Roma, Cagliari, Torino, Firenze, Pavia. La critica alla linea fallimentare del Pnnr che lascia gestire il diritto allo studio ai privati
Case senza gente, gente senza casa e studenti universitari nelle tende. La variazione della definizione data dal grande storico dell’arte Giulio Carlo Argan, già sindaco di Roma, per descrivere l’emergenza strutturale abitativa nella Capitale può essere usata cinquant’anni dopo per capire la protesta delle tende contro il caro-affitti iniziata a Milano da Ilaria Lamera, studentessa del Politecnico. Dopo piazzale della Minerva all’interno della città universitaria della Sapienza a Roma, le tende stanno spuntando in altre città. A cominciare dall’ingresso del polo universitario dell’ex clinica Aresu a Cagliari. L’Unione degli Universitari (Udu) ha annunciato proteste simili da oggi a Torino, Firenze e Pavia. o slogan è: «Senza casa, senza futuro». Contro la crisi abitativa gli studenti hanno presentato anche un manifesto con dieci proposte. Una lettera per aprire un tavolo è stata inviata alla ministra dell’università Annamaria Bernini.
«LA SITUAZIONE è insostenibile – sostiene Leone Piva (Sinistra Universitaria) – Avere una casa a Roma per uno studente è ormai un privilegio che pochi si possono permettere, e chi è più in difficoltà è costretto a lavorare in condizioni estremamente precarie per poter mantenere il costo di un affitto. Cercare casa a Roma è ormai diventata un’impresa, gli appartamenti disponibili costano in media 500 euro e gli studenti fuorisede sono 40 mila, un terzo di tutta la popolazione dell’ateneo». «Gli strumenti che la regione mette a disposizione tramite il contributo alloggi e le borse di studiano rimangono delle soluzioni temporanee ed esigue, e i soldi investiti per le residenze studentesche sono ancora troppo pochi». Gli studenti romani accampati attorno alla Minerva sono stati raggiunti ieri dalla rettrice Antonella Polimeni. «Il problema c’è» ha riconosciuto. Sapienza ha istituito «un fondo per finanziare contributi alloggio» e ci saranno «nuovi progetti di edilizia universitaria» che metteranno a disposizione nel «territorio romano e in parte a Latina oltre 400 posti alloggio». Una goccia nel mare, e non solo per i fuorisede in aumento. Nel 2021 l’Istat ha stimato che a Roma ci sono 162 mila appartamenti vuoti, a fronte di 14 mila persone in attesa di casa popolare, 20 mila di alloggi vuoti o sfitti a Milano. «Decine di migliaia di persone sono a rischio sfratto per morosità incolpevole o per problemi economici legati alle rate dei mutui aumentati negli ultimi mesi» ha detto Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi Sinistra che ieri ha portato la sua solidarietà agli studenti accampati.
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Napoli, no alla turistificazione: la rete dal basso per restare abitanti della propria cittàCOME SORPRESI da una notizia improvvisa, e apparentemente ignota, anche i rettori della Crui ieri si sono mostrati impegnati a fare qualcosa per il diritto allo studio fatto a pezzi dalla speculazione immobiliare e dagli affitti in nero, dalla turistificazione selvaggia attraverso le piattaforme digitali come Airbnb e dalla nascita degli studentati di lusso. «Che il problema affitti ci sia è indubbio» ha detto il presidente della Crui Salvatore Cuzzocrea. Con i sindaci delle città metropolitane sta cercando immobili «del demanio, dei comuni e delle confraternite che possano essere riconvertiti in residenze». Con la ministra Bernini i rettori sostengono di avere «ottenuto residenze per ottomila posti». Si è inoltre formato un «gruppo di lavoro» composto dall’Agenzia del demanio, la Crui, la Cassa Depositi e prestiti, la conferenza delle regioni. Il trust di cervelli, coordinato dal ministero dell’università, è stato candidato a «invertire la direzione delle politiche abitative universitarie» assenti da decenni e a «attuare manovre che appianino i prezzi degli alloggi». Chiacchiere a parte, per il momento, il governo Meloni ha previsto in legge di bilancio un aumento da 4 milioni di euro del fondo di sostegno ai fuorisede. Una cifra giudicata dagli studenti «ridicola» vista la colossale crisi abitativa e il caro affitti.
LA PROTESTA ha ricevuto la solidarietà del sindaco di Milano Beppe Sala che riceverà gli studenti domani a Palazzo Marino: «Cercheremo di capire cosa si può fare» ha detto. Anche il presidente leghista della Lombardia Attilio Fontana si è detto «d’accordo» con gli studenti. « C’è davvero da rimanere a bocca aperta – ha risposto Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd a Palazzo Pirelli – Cosa sta facendo su Aler e sullo scandalo dei 15 mila alloggi di proprietà regionale lasciati vuoti? Spieghi con chiarezza come intende recuperare quegli appartamenti».
UNO DEGLI ESITI al momento raggiunti da una protesta evidentemente non prevista dal Palazzo in tutte le sue articolazioni è avere rivelato una delle imposture del «piano nazionale di ripresa e resilienza» (Pnrr). Il sacro graal della politica economica italiana ha previsto un «fondo per l’housing universitario» che destinerà 660 milioni di euro per la creazione di 47.500 nuovi posti letto per gli studenti. Le risorse però sono indirizzate a operatori privati in partenariato con le università. L’idea è coprire i costi di gestione dei posti letto dei fuorisede per i primi tre anni. Sempre che ci riescano, e non è affatto detto. E poi, come per tutto il Pnrr il problema sarà dopo il 2026. Quando i costi ricadranno sui privati che, esauriti i soldi piovuti dal cielo, aumenteranno le tariffe. E gli studenti dovranno pagare cifre ancora più alte.
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