E’ una prima volta. Una inattesa, sorprendente, clamorosa prima volta. Emozionante. L’Italia batte l’Australia 28-27 allo stadio Franchi di Firenze. Due mete di Ange Capuozzo e una di Pierre Bruno hanno marchiato a fuoco la prestazione degli azzurri. Tre erano le squadre da noi mai sconfitte: gli All Blacks, l’Inghilterra e l’Australia. Adesso ne rimangono due. I Wallabies, i mitici cangurini, una delle grandi nazioni del rugby, due titoli mondiali e tanta storia, tanti campioni. Non nella loro versione migliore: 11 cambi rispetto alla formazione vista una settimana fa a Parigi e sconfitta con un solo punto di scarto, ma pur sempre l’Australia. Forse Dave Rennie ha sottovalutato l’Italia e forse pensava al match di sabato prossimo con l’Irlanda; ma se mai il coach australiano ha fatto dei calcoli, quei calcoli li ha sbagliati clamorosamente.

POTEVA FINIRE in un altro modo? Sì, poteva. All’81’, a tempo ormai scaduto, con l’Italia avanti di 28-22, i Wallabies, dopo una serie di attacchi multifase nei 22 metri azzurri, erano riusciti ad andare in meta con Cadeyrn Neville. Si andava sul 28-27, un punto di scarto e un calcio di trasformazione da posizione angolata ma non proibitiva che se realizzato avrebbe significato il definitivo sorpasso. Ben Donaldson, subentrato a Noah Lolesio nel ruolo di kicker, preparava il conetto di supporto, posizionava l’ovale, guardava i pali, tirava un lungo respiro, contava i passi della rincorsa. Lo stadio Franchi era ammutolito, si alzava qualche scaramantico fischio. Dopo tutto quel che si era visto, una sconfitta di un punto a tempo scaduto pareva un’ingiustizia. Il calcio di Donaldson partiva, sembrava tagliare tutto lo specchio dei pali, e finiva fuori, di un nulla. Game over. Vittoria italiana. “Italy claimed a first historic win”, scriveranno sicuramente i giornali anglosassoni: un verdetto chiaro, ineccepibile.

L’ITALIA ha giocato una grande partita. Ha commesso certamente degli errori – uno di questi è costato la meta di Robertson al 68’ che ha rimesso in discussione il risultato – ma ha esibito momenti di grande rugby e una prestazione collettiva da vera squadra. Gioco alla mano di alta qualità e difesa sempre più disciplinata. Sia dato il giusto merito a coach Kieran Crowley e al suo staff. Di tutti gli allenatori passati dalla panchina azzurra, l’uomo di Taranaki, neozelandese dell’Isola del Nord, è stato sicuramente il meno quotato, nonostante una buona carriera e una eccellente conoscenza del rugby italiano. Nel 2021, quando Crowley fu chiamato a guidare la nazionale, la pandemia impazzava e il nostro rugby sembrava sprofondato in un pozzo profondo dal quale pareva impossibile potesse risalire. Lui non ha fatto roboanti proclami ma ha lavorato bene, dando fiducia ai giovani emergenti e mettendo ordine là dove regnava il caos. La nazionale è passata dall’epoca degli intoccabili e indiscutibili, i vecchi campioni da oltre cento caps in azzurro, a una promettente nidiata che da alcune stagioni ottiene ottimi risultati nel Sei Nazioni Under 20. Sono così giunte la vittoria sul Galles a Cardiff, il largo successo sabato scorso su Samoa e oggi sui Wallabies. L’Italia ha giocato una grande partita. Ha commesso certamente degli errori – uno di questi è costato la meta di Robertson al 68’ che ha rimesso in discussione il risultato – ma ha esibito momenti di grande rugby

SUL PIANO delle individualità, Ange Capuozzo si è rivelato ancora una per quel folletto capace di scompaginare la difesa avversaria con i suoi guizzi fulminei. Le sue due mete (25’ e 65’) hanno scosso le (non molte) certezze australiane. Gianmarco Lucchesi è stato l’uomo ovunque, difensore e portatore di palloni in costante avanzamento, ed ha ben meritato il riconoscimento di “man of the match”. Nonostante qualche errore di troppo dalla piazzola, Tommaso Allan, chiamato a sostituire all’ultimo momento Paolo Garbisi, è stato efficacissimo in cabina di regia. Ma tutta la squadra è stata bravissima, un vero collettivo capace di prendere le misure dell’avversario e compiere le giuste scelte. Le due mete realizzate nel momento in cui gli australiani si trovavano con un uomo in meno (cartellino giallo per Gibson) certificano questa solidità mentale. Sabato prossimo c’è il match con il Sudafrica, il più impegnativo di questi test d’autunno. Andrà come andrà: ci saranno tossine da smaltire, lividi da assorbire, energie da recuperare. Ma questi due successi nel trittico d’autunno sono già un inedito, il segno tangibile che forse qualcosa sta davvero cambiando.

Italia-Australia: 28-27.

Marcatori: cp Allan (2’); cp Lolesio (6’); meta Bruno (19’); tr Allan; meta Capuozzo (25’), tr Allan; meta Wright (30’); meta McReight (43’), tr Lolesio; cp Allan (52’); meta Capuozzo (65’); meta Robertson (68’), tr Lolesio; cp Padovani (75’); meta Neville (81’).