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La prima vendetta di Trump: via il capo del Pentagono

La prima vendetta di Trump: via il capo del PentagonoDonald Trump sul campo da golf – Ap

Trumpdown Mark Esper aveva detto no all’impiego dell’esercito per sedare le proteste di Black Lives Matter: licenziato. Primo discorso di Biden da "eletto": «Su la mascherina, anche se non mi avate votato». E il vicepresidente uscente Mike Pence insiste: «Non è finita finché non è finita, e questa non è finita»

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 10 novembre 2020

Donald Trump ha annunciato con un tweet di aver licenziato il ministro della Difesa Mark Esper, il cui ruolo verrà occupato da Christopher Miller, direttore del centro Nazionale antiterrorismo, con effetto immediato.

La notizia è importante visto il momento in cui si trovano gli Usa; Mark Esper non era un capo del Pentagono particolarmente asservito a Trump, da cui aveva preso le distanze quando, questa estate, The Donald voleva impiegare l’esercito per reprimere le proteste di Black Lives Matter seguite all’omicidio di George Floyd. Quel giorno Trump accarezzava l’idea di ricorrere a una legge del 1807, l’Insurrection Act, ma Esper aveva chiarito di non aver nessuna intenzione di usare l’esercito contro il popolo.

Con una situazione in cui non è peregrina l’ipotesi che il presidente debba essere scortato fuori dalla Casa Bianca dall’esercito, avere un capo del Pentagono compiacente è sempre rassicurante.

AL MOMENTO I CENNI di transizione sono inesistenti, tanto che l’incaricato ufficiale dell’amministrazione Trump si è rifiutato di firmare la lettera che consente al team incaricato di Biden di iniziare formalmente il lavoro, Trump continua a ribadire via Twitter la teoria infondata dei brogli elettorali, e promette colpi di scena: «La soglia di identificazione delle schede influenzate si sta rivelando ancora più ampia di quanto previsto – ha scritto -. Rimanete sintonizzati!».
E gli fa eco Mike Pence, il quale ha detto al suo staff che «non è finita finché non è finita, e questa non è finita». E su Twitter ha proseguito affermando che «il presidente non ha mai smesso di lottare per noi e noi continueremo a combattere fino a quando ogni voto LEGALE non sarà contato!».

 

Joe Biden e Kamala Harris (Ap)

 

Mentre il Gop continua a combattere per restare al suo posto, Joe Biden ha tenuto il suo primo discorso da presidente eletto, incentrato principalmente sulla gestione della pandemia, e ha lanciato un messaggio che definire accorato sarebbe riduttivo, sulla necessità di usare la mascherina.

«IL VACCINO probabilmente non sarà disponibile su larga scala prima d mesi – ha detto Biden nel suo discorso-. Nel frattempo indossate la mascherina. Fatelo. Indipendentemente da per chi avete votato, non è una dichiarazione politica. Protegge una persona vulnerabile che incontrate al supermercato, il maestro di vostro figlio, voi stessi». Che la pandemia è la priorità di Biden lo dice la fresca nomina di una task force composta da 13 esperti, il Transition Covid-19 Advisory Board, guidato da tre co-presidenti: David Kessler, ex commissario per la Food and Drug Administration, professore di epidemiologia alla University of California; Vivek Murthy, 2017 responsabile della Sanità pubblica statunitense sotto Obama; Marcella Nunez-Smith, professoressa all’Università di Yale, dove è anche impegnata sui temi dell’accesso alla sanità pubblica per le popolazioni marginalizzate.

In mattinata l’annuncio di Pfizer, che insieme a BioNtech ha messo a punto un «vaccino efficace al 90%», ha attirato l’ira di Don jr, per il quale la cosa è stata rivelata solo ora per danneggiare le possibilità di suo padre di esserte rieletto. «La tempistica è piuttosto sorprendente», ha twittato Don Jr. Dal canto suo Pence ha preferito optare per un’altra strada, congratulandosi con Pfizer e rivendicando il ruolo dell’amministrazione Trump nella creazione della partnership pubblico-privato che ha portato a questo risultato.

LE ACCUSE DEL FIGLIO del presidente Trump e le affermazioni del vice presidente hanno obbligato Pfizer a chiarire di non aver nascosto delle notizie per ragioni politiche e di non aderito al programma di sviluppo accellerato di vaccini dell’amministrazione Trump, l’Operation Warp Speed, e di non aver ricevuto denaro dal governo degli Stati uniti per la sua ricerca. La partnership pubblico-privata a cui si riferisce il Pence faceva parte di un accordo da 2 miliardi di dollari inteso a garantire che qualsiasi vaccino ritenuto valido trovasse un mercato sostenibile.

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