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La prima festa di Schlein: nessun invito alle destre, tanti ospiti del M5S

La prima festa di Schlein: nessun invito alle destre, tanti ospiti del M5SElly Schlein con Stefano Bonaccini – Ansa

La kermesse Mercoledì la segretaria all’inaugurazione a Ravenna. Calenda discuterà con Bersani, Conte con Bonaccini. Tra gli ex leader, invitati Veltroni e Zingaretti. Il governatore emiliano rafforza la sua area: per lui probabile una candidatura alle europee

Pubblicato circa un anno faEdizione del 29 agosto 2023

«Il nostro tempo» è lo slogan della prima festa dell’Unità targata Schlein, che inizia domani a Ravenna. Come annunciato, non è stato invitato nessun esponente del centrodestra, e anche questa è una novità per il Pd, che nelle sue feste, fin dai tempi dei Ds ,aveva ospitato leader delle destre, da Umberto Bossi a Gianfranco Fini. «Serve uno spazio nostro per costruire un’alternativa a questo governo», hanno spiegato ieri gli organizzatori. Schlein ci sarà domani all’inaugurazione e poi domenica 10 settembre per il tradizionale comizio di chiusura.

Tra i leader delle opposizioni, spiccano le presenze di Giuseppe Conte, che il 9 settembre animerà un dibattito con Stefano Bonaccini; e Carlo Calenda, a confronto con Pier Luigi Bersani venerdì 1 settembre. Ricca la delegazione del M5S: nei dibattiti ci saranno anche Stefano Patuanelli, Roberto Fico, l’ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, l’ex procuratore generale antimafia Cafiero De Raho ora deputato e la presidente della Vigilanza Rai Barbara Floridia. Per i Verdi invitati Angelo Bonelli e Eleonora Evi, per sinistra italiana Peppe De Cristofaro; per + Europa il segretario Riccardo Magi. Per Azione ci sarà anche Mariastella Gelmini (per parlare di Rai con Sandro Ruotolo), per Italia Viva Maria Elena Boschi che discuterà di diritti con Alessandro Zan. Invitati anche i leader di Cgil e Cisl, Maurizio Landini e Luigi Sbarra: il primo per un dialogo con don Ciotti, il secondo per discutere di politiche industriali.

Quanto al Pd, in prima linea i membri della segreteria, da Marta Bonafoni a Marco Furfaro, Camilla Laureti e Annalisa Corrado e Peppe Provenzano (che parlerà di guerra con Lucio Caracciolo), oltre ai due capigruppo Chiara Braga e Francesco Boccia. Grande spazio ai sindaci, da Matteo Lepore (Bologna) a Roberto Gualtieri (Roma), Stefano Lo Russo (Torino), Michele de Pascale (Ravenna). Dario Nardella (Firemze). E poi Katia Tarasconi (Piacenza) e la neo eletta a Brescia (una delle poche vittorie dem) Laura Castelletti.

Tra gli ex segretari, ci saranno il fondatore Walter Veltroni (per una serata dedicata a Martin Luther King) e Nicola Zingaretti. Una serata avrà come protagonista Paolo Gentiloni. Grande spazio alla minoranze interne, con Lorenzo Guerini, Pina Picierno, Alessandro Alfieri, Piero De Luca, Simona Bonafè e Debora Serracchiani. Oltre agli ex candidati alla segreteria Gianni Cuperlo e Palo De Micheli.
Dalla segretaria arrivano dunque segnali di unità verso la minoranza interna, nonostante gli scontri anche recenti sulle parole di Schlein sulla necessità di rinviare l’aumento delle spese per la difesa. «No a passi indietro, il nostro strumento militare va ammodernato e bisogna rispettare gli impegni presi in sede nato», la replica dell’ex ministro della Difesa Guerini, che ha raccolto diversi consensi nell’area riformista. Dura anche la critica di un fondatore come Luigi Zanda, che ha parlato di «partito evanescente».

Bonaccini ha dato a più riprese la linea ai suoi: «Con Elly bisogna collaborare». E rifiuta l’etichetta di «corrente» per la sua «Energia popolare», che ha visto il battesimo a luglio in Romagna. L’area però è in via di strutturazione: il deputato Andrea De Maria sarà il coordinatore, l’ex capogruppo Simona Malpezzi il punto di raccordo dei senatori e Piero De Luca dei deputati. Proprio quel De Luca jr che Schlein ha voluto rimuovere da vice capogruppo alla Camera, per dare un segnale di rinnovamento.

Ci saranno anche dei coordinamenti regionali. Gli emiliani negano con forza che si tratti di un «partito nel partito», come fu nel 2008 con l’associazione Red lanciata da D’Alema contro il segretario Veltroni. «Il nostro compito è dare una mano a tenere dentro il Pd anche le sensibilità riformista». Quanto a Bonaccini, l’ipotesi più probabile è una candidatura alle europee del 2024 come capolista nel nordest. La legislatura in Emilia Romagna non sarebbe interrotta anzitempo: in caso di dimissioni del governatore, la vicepresidente porterebbe la regione al voto alla scadenza naturale del gennaio 2025

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