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La premier assolve La Russa. Gli antifascisti in via Rasella

La premier assolve La Russa. Gli antifascisti in via RasellaLa manifestazione a Via Rasella

Repubblichino di Stato Sit-in a Roma per ricordare i partigiani e dare appuntamento al 25 aprile. «Incidente tutt’altro che chiuso», dice l’Anpi

Pubblicato più di un anno faEdizione del 4 aprile 2023

La dichiarazione di Ignazio La Russa su via Rasella? «È stata una sgrammaticatura istituzionale che ha risolto da solo» dice Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Verona. «Ha chiesto scusa – prosegue – Mi pare che la polemica sia chiusa. L’ha risolta lui». Così la presidente del consiglio decide unilateralmente che l’incidente scatenato dalla seconda carica dello stato può considerarsi risolto. Si è trattato di poco più di un equivoco, fine della storia.

QUELLI CHE non hanno intenzione di perdere la memoria ieri si sono ritrovati proprio a via Rasella, la strada al centro di Roma teatro dell’attacco partigiano del 23 marzo 1944. Sono i volti delle diverse anime della sinistra e della Roma antifascista, dal Pd a Potere al popolo e invocano l’intervento del Quirinale. «Mattarella dica qualcosa, deve intervenire». «La Russa non è degno di fare il presidente del Senato, non può ricoprire la seconda carica dello Stato – insiste il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli – Le sue parole non sono frutto di un errore, ma di una valutazione storica precisa di quella parte politica che non riconosce le radici storiche della nostra democrazia». E se il Gianfranco Pagliarulo manda a dire che la ferita aperta dal presidente del Senato è tutt’altro che rimarginata («Se la cantano e se la suonano da soli, l’incidente non è affatto risolto, le sue sono scuse sono di lana caprina», sostiene il presidente dell’Anpi), il presidente dell’Anfim Francesco Albertelli spiega così, ancora una volta, la gravità delle parole di La Russa: «È stato messo in discussione il principio fondamentale dei caduti delle Fosse Ardeatine, ovvero che sono caduti per segnare una discontinuità della condizione in cui si viveva nella Roma occupata tra il ’43 e il ’44. Lo stesso Kappler ha detto che le liste delle Fosse Ardeatine vennero stilate proprio per sferrare un duro colpo a Roma e alla sua resistenza, che la rendeva la città più difficile da governare di tutta Europa».

LA PIAZZA è stata convocata da Sinistra civica ecologista. Claudio Marotta, consigliere regionale nel Lazio spiega così le ragioni dell’iniziativa: «Tutti gli anni siamo alle Fosse Ardeatine per commemorare l’eccidio. Oggi era importante essere qui, in via Rasella, di fronte agli attacchi che questa destra e La Russa stanno portando da mesi alla nostra storia». Per il parlamentare europeo Massimiliano Smeriglio adesso è importante ribaltare la narrazione: «Non dobbiamo farci vittimizzare – dice Smeriglio – Dobbiamo ricordare le vittime ma anche i combattenti. La Resistenza romana ha combattuto non ha solo subito. La Russa deve riconosce il valore di queste azioni, deve venire in pellegrinaggio qui a via Rasella e al Quadraro. Deve andare a Marzbotto. Deve imparare la storia di questo paese. Perché non è in ballo il ritorno del fascismo, abbiamo gli anticorpi e sapremo reagire. Ma il loro vero obiettivo è sporcare le migliori pagine del Novecento. E tuttavia, La Russa dovrà prendere atto del fatto che i Gap sono la meglio gioventù di questo paese». C’è anche il Partito democratico, il cui gruppo consiliare in Campidoglio ha aderito ufficialmente. «Dobbiamo smetterla di giocare in difesa – dice Enzo Foschi – Dobbiamo passare all’attacco. Per farlo il prossimo 25 aprile deve essere il segnale dell’unità degli antifascisti, perché i rischi ci sono». A guardare in faccia i convenuti, i motivi di divisione non mancano. Vengono dagli ultimi anni, dalle posizioni sulla guerra agli ultimi governi sostenuti dal centrosinistra.

PERÒ SILVIA Calamandrei, figlia dei partigiani Franco e Maria Teresa Regard, prova a dare un ordine di priorità. Fu proprio suo padre che, dall’angolo di via del Boccaccio, esattamente nel posto in cui si trova mentre parla, vedendo arrivare i militari diede a Rosario Bentivegna il segnale per accendere la miccia dell’ordigno che esplose in via Rasella. Calamandrei guarda in faccia le persone e mette in dubbio l’autorevolezza di La Russa ricordando il valore di Carla Capponi, un’altra delle partigiane dei Gap romani: «Un’alta carica dello stato non può ignorare che Capponi è stata insignita della Medaglia d’oro al valore anche per l’azione di via Rasella».

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