La politica in Comune per la ricostruzione della sinistra
Bene Comune Alla Casa del popolo di Querceto le realtà della sinistra sociale che hanno saputo costruire nelle città liste alternative al Pd. E che ora muovono per il No al referendum costituzionale, chiedendo alla politica una sintesi, possibile, per la ricostruzione della sinistra in Italia.
Bene Comune Alla Casa del popolo di Querceto le realtà della sinistra sociale che hanno saputo costruire nelle città liste alternative al Pd. E che ora muovono per il No al referendum costituzionale, chiedendo alla politica una sintesi, possibile, per la ricostruzione della sinistra in Italia.
L’appoggio alla campagna per il No al referendum costituzionale, con la presentazione di ordini del giorno da far votare nei consigli comunali. Un’appello-richiesta ai parlamentari sensibili ai temi del governo locale, perché nella legge di stabilità siano aumentati i finanziamenti per la cura e manutenzione del territorio, per il trasporto locale e le spese sociali. Ancora: un appuntamento aperto a tutti, nel fine settimana post referendario, per riunire i protagonisti della campagna per il No, tirare le somme del voto, e avviare una riflessione sugli scenari aperti dal risultato. Sia che vinca il No, sia che prevalga il Sì.
Sono queste le tre linee d’azione emerse dalla due giorni “La politica in Comune”, organizzata alla Casa del popolo di Querceto, e con protagoniste una quarantina delle realtà della sinistra sociale che, alle elezioni amministrative degli ultimi anni, hanno dato vita a liste unitarie di alternativa. Al Pd. Un terzo appuntamento dopo le due assemblee del luglio scorso organizzate dalle stesse liste di alternativa – nello specifico Sinistra per Roma – e dal Centro Riforma dello Stato e le Belle Bandiere. Con l’obiettivo, ambizioso, “di contribuire a definire una prospettiva plurale, unitaria e partecipata di una politica in comune, in cui soggettività territoriali, sociali, civiche e intellettuali siano protagoniste, al pari di altre forme della politica e della rappresentanza”.
“Nelle assemblee di luglio – ricorda sul punto Sandro Medici – è stato evidenziato il bisogno di andare oltre le difficoltà di una sinistra ancora a vittima di autoreferenzialità, spesso prigioniera di dinamiche competitive, e non di rado politicista”. Del resto è una storia antica di diffidenze reciproche quella che accompagna, a sinistra, il rapporto fra partiti e movimenti. Ciò non toglie però, è stato osservato nella due giorni, che proprio le liste unitarie di alternativa sono state la prova provata che è possibile una sintesi positiva.
Non solo. Fra i tanti interventi che hanno segnato la due giorni, è stato molto apprezzato quello del consigliere regionale Tommaso Fattori di Toscana a Sinistra. Pronto a ricordare, da attivista di quel movimento, che la costruzione della rete referendaria a sostegno della ripubblicizzazione dell’acqua, nel biennio 2010-11, poneva ostacoli ancor più grandi, vista l’estrema eterogeneità di movimenti e associazioni (laiche, cristiane, ecologiste, comuniste, ecc.), che contestavano civilmente la privatizzazione del servizio idrico. “Se ci siamo riusciti allora – ha concluso Fattori – perché non dovremmo riuscirci adesso?”.
La domanda resta aperta. E i numerosi contributi sul tema, da parte di politici tout court (Stefano Fassina, Paolo Ferrero, Alessia Petraglia, Tommaso Grassi, Daniela Lastri), intellettuali, giornalisti e sindacalisti prestati alla politica (Maria Luisa Boccia, Giulio Marcon, Giorgio Airaudo, Massimo Torelli, Fabio Alberti, Roberto Musacchio) e da sindaci e consiglieri (il padrone di casa Lorenzo Falchi, il primo cittadino di Cerveteri, Alessio Pascucci, il pisano Francesco Auletta, la partenopea Elena Coccia, il milanese Basilio Rizzo) hanno confermato l’importanza di ogni singolo portatore d’acqua per la ricostruzione della sinistra in Italia.
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