La partita nazionale di Virginia Raggi dietro le consultazioni al Campidoglio
Roma Le inedite audizioni della sindaca uscente
Roma Le inedite audizioni della sindaca uscente
Il primo tempo si è consumato due giorni fa, con l’ascesa al Campidoglio del candidato di centrodestra Enrico Michetti. Il secondo è previsto per domani, quando Virginia Raggi riceverà l’avversario di centrosinistra Roberto Gualtieri. È stata interpretata come un’iniziativa distensiva da parte di una sindaca che ha disabituato la città al dialogo. Ma la scelta di Raggi di giocare i suoi ultimi giorni negli uffici di Roma Capitale allo scopo di rendere ancora più evidente il suo peso politico in vista del ballottaggio oltre che inedita è quantomeno singolare. Ed è resa ancora più insolita dal fatto che rappresenti anche una forma di pressione sul Movimento 5 Stelle.
Raggi dovrebbe affrontare le pratiche correnti, gestire la normale attività amministrativa in attesa dell’avvicendamento. Potrebbe prepararsi ad esporre i dossier ancora aperti e quelli in itinere al sindaco che verrà dopo di lei, al fine di assicurarsi che alcuni passaggi mantengano linearità e coerenza applicativa. Il che è cosa diversa dal ricevere in piena campagna elettorale in una sede istituzionale i due rivali per il secondo turno, lasciando anche che si diffondano voci (più o meno infondate) sul contenuto dei colloqui e sul suo giudizio sul convitato di turno. Che la sindaca uscente stia giocando dalle stanze del Campidoglio una partita personale ormai slegata dalle vicende strettamente romane e proiettata sulle sue ambizioni nazionali sarebbe confermato dalle attestazioni di stima per Gualtieri che provengono anche dai suoi (ex) pretoriani. Come Paolo Ferrara, molto vicino a Raggi ed ex capogruppo in assemblea capitolina del M5S: appena rieletto consigliere comunale ha esplicitamente ammesso la sua preferenza per il centrosinistra. «Gualtieri è una persona preparata, con cui possiamo dialogare», dice Ferrara a Repubblica ricalcando la formula che stanno utilizzando molti nel M5S. Lo aveva fatto Conte, del quale si aspetta nei prossimi giorni un’uscita ancora più esplicita, e lo ha fatto anche Luigi Di Maio, che ci tiene a far saper di avere «lavorato bene» con l’ex ministro dell’economia.
Insomma, Raggi muove le sue carte mentre gran parte degli esponenti del M5S sono alla ricerca della formula più giusta per esprimere apprezzamento per Gualtieri. Le sue manovre hanno effetto mentre i 5 Stelle discutono delle scelte strategiche da compiere e sulle modalità dell’alleanza con il Pd. Lei, dal canto suo, si sente forte del valore aggiunto rappresentato dai voti espressi sulla sua persona e da quelli delle cinque liste civiche che l’hanno sostenuta in coalizione: in tutto ha quasi raddoppiato la percentuale del Movimento 5 Stelle a Roma. Proprio i «civici» che l’hanno sostenuta si incontreranno nei prossimi giorni per decidere il da farsi. «Non è all’ordine del giorno un’indicazione di voto unitaria, ma di certo se ne parlerà», spiegano.
Intanto Michetti ha annunciato che se dovesse vincere Guido Bertolaso diventerà il commissario alla gestione dei rifiuti e alla gestione del Giubileo. Gualtieri prosegue il giro dei diversi municipi accompagnato dai candidati presidente del centrosinistra, confidando nel fatto che hanno raccolto in tutte le zone di Roma più voti in percentuale e che quindi possono rappresentare il traino decisivo verso il Campidoglio. Gran finale venerdì prossimo, in una location impegnativa: piazza San Giovanni. Dove dovrebbero arrivare anche i sindaci del centrosinistra vittoriosi nelle altre città.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento