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«La nostra finanza aiuta il clima»

«La nostra finanza aiuta il clima»

Intervista Il presidente di Etica Srg Ugo Biggeri: «Oggi tutti propongono almeno un fondo green. Noi misuriamo l’impatto climatico dei nostri investimenti e abbiamo rapporti con i produttori di elettricità sostenibile»

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 17 ottobre 2019

La finanza non può, ma deve diventare necessariamente uno strumento per contrastare il cambiamento climatico. Una finanza sostenibile, capace di misurare l’impatto dei propri investimenti valutando non solo il ritorno economico, ma anche quello ambientale e sociale. Sono i temi al centro di un incontro, in programma a Roma il prossimo 22 ottobre, promosso da Etica Sgr e Consumerlab. I relatori saranno Stefano Caserini, divulgatore e docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano, Francesco Tamburella, coordinatore dell’Osservatorio Consumerlab e Ugo Biggeri, presidente di Etica Sgr, la società di gestione del risparmio del gruppo Banca Etica, che dal 2000 propone investimenti sostenibili e responsabili, e a fine 2018 aveva 204mila clienti, per un patrimonio gestito di 3,5 miliardi di euro.

«La finanza è fondamentale – spiega Biggeri – Arriva a gestire le politiche degli Stati, dando indicazioni sulla buona gestione dei bilanci pubblici e influenzando le scelte di apertura di mercati. Il volume degli scambi finanziari è pari a decine di volte il prodotto interno lordo globale. Se la finanza non si occuperà del tema del climate change, continuando il proprio business as usual, non riusciremo a frenare il riscaldamento globale. La realtà oggi è questa: il settore dell’estrazione petrolifera dal 2015 ad oggi, dopo la COP di Parigi, ha trovato finanziamenti per 50 miliardi di euro. Se si continua ad investire su una tecnologia vecchia, per tipo di vettore energetico, non funziona. Dobbiamo fare in modo che alla finanza sia impedito di finanziarie il cambiamento climatico».

Vede dei segnali di cambiamento?

La finanza improvvisamente si è accorta dei cambiamenti climatici, e lo ha fatto fondamentalmente per tre motivi. Intanto, che l’opinione pubblica s’è finalmente accorta del problema, e in particolare i giovani, che sono gli investitori di domani. Per questo, non c’è oggi un fondo d’investimento che non proponga almeno un fondo green, con panieri che magari sono anche ben fatti. C’è un altro tema, legato a questo: una parte della finanza ha paura dei cambiamenti climatici, lo ha ricordato anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, a maggio scorso: il climate change genera instabilità finanziaria, pensiamo ad esempio al settore delle assicurazioni, che si trova ad affrontare cambi drastici e conseguenze imprevedibili. E poi c’è l’impredivibilità, secondo aspetto: alla finanza piace la volatilità quando può governarla, perché è lì che si guadagna, quando cambiamenti repentini dipendono dal tuo algoritmo, ma se non sei in grado di fare previsioni, se è generata da un fattore esterno come i cambiamenti climatici, può essere problematico. Infine, la terza cosa: la Commissione europea vuol fare una tassonomia, per definire che cos’è un fondo etico e cosa no. Sta immaginando di definire che cos’è finanza sostenibile, per poi arrivare a definire alcuni possibili vantaggi. C’è un problema, però: la politica è timidissima. In Europa stanno discutendo se il petrolio gestito in un certo modo o il nucleare possono essere giudicati sostenibili. Per noi sarebbe chiaro, la risposta è negativa. È un po’ debole anche permettere a ogni gestore di proporre fondi sostenibili, perché per molti rappresenta solo una difesa sul rischio reputazionale: il fondo Blackrock, che ha fortissimi interessi sul petrolio, oggi dice di essere tra i maggiori esperti globali di fondi sostenibili. Il rischio che vedo è che a fronte di una spinta etica dei cittadini investitori, ci sia scarsa efficacia nel realizzare cambiamenti reali. Se venisse introdotta una carbon tax, la finanza si allineerebbe immediatamente.

Nel 2018 Etica sgr ha promosso un fondo interamente dedicato ai cambiamenti climatici, Etica Impatto Clima: che cosa dimostra?

La nostra società di gestione del risparmio riflette sulla sostenibilità da quasi vent’anni. Fin dall’inizio non ha mai investito nell’estrazione delle fonti fossili, né del petrolio né del gas metano (nella distribuzione però sì). È una forma di coerenza, che con «Impatto Clima» approfondiamo ancora di più, accettando di andare ad investire in strumenti totalmente dedicati alle rinnovabili. In un anno abbiamo raccolto circa 100 milioni di euro. Nel frattempo, abbiamo iniziato a lavorare con CDP (già Carbon Disclosure Project), ed Etica sgr è l’unico gestore che ha misurato il proprio impatto sul cambiamento climatico: ogni 100 euro investiti nei nostri fondi producono circa 20 chili di CO2, il 70% in meno del benchmark. Quest’analisi ci ha permesso di misurare l’impatto dei singoli settori in cui investiamo, e nel caso di ambiti energivori, come la produzione di cemento (nei panieri di Etica sgr ci sono le azioni di Buzzi Unicem, ndr), abbiamo già dato indicazioni di «sottopesare» il numero di azioni, rispetto al paniere che sarebbe ideale dal punto di vista degli investimenti. Questo elemento tocca un tema delicato: nell’investimento azionario, e anche in quello obbligazionario, esiste una logica di differenziazione, per settori e per valute, in modo che il paniere sia meno rischioso. In una logica di cambiamento climatico, tu non puoi escludere ogni settore che produce CO2, ma quello che si può fare è ridurre l’output in anidride carbonica prodotta, garantendo una differenziazione del portafoglio ma riducendo la presenza di industrie ad alte emissioni.

È più facile essere un investitore o un risparmiatore etico?

Un investitore, senza dubbio. Il risparmiatore etico ha a disposizione una sola banca. Investire nei fondi di Etica sgr è più semplice, ci sono 190 banche convenzionate che li vendono, tutte le BCC, e anche alcune grandi banche non mainstream o quasi, come BPER o BPM (che sono anche soci della sgr, ndr). La scelta della Banca Etica ti dà l’opportunità di allargare questa riflessione all’uso dei tuoi soldi, dei tuoi risparmi, che è guidato da un ragionamento sull’impatto sociale ed ambientale. Penso, ad esempio, al rapporto tra Banca Etica ed ènostra, fornitore cooperativo, a finalità non lucrativa, di elettricità rinnovabile, sostenibile ed etica (ne abbiamo scritto sull’ExtraTerrestre il 26 settembre).

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