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La memoria e l’impegno nel 42mo anniversario della Strage di Ustica

La memoria e l’impegno nel 42mo anniversario della Strage di Ustica

27 giugno 1980 Ricordare un anniversario non può mai essere un fatto retorico ma deve essere insieme consapevolezza e impegno

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 28 giugno 2022

Ricordare un anniversario non può mai essere un fatto retorico ma deve essere insieme consapevolezza e impegno.

E allora siamo ben consapevoli che non si possa aspettare più a lungo la verità definitiva per la strage di Ustica: dobbiamo sapere chi ha effettivamente spezzato la vita a 81 innocenti cittadini. Chi ha colpito la dignità di un Paese. Chi ha potuto abbattere un aereo civile in tempo di pace!

Aspettiamo questa risposta dalla Magistratura, dalla Procura della Repubblica di Roma che ha riaperto le indagini nel 2008, dopo le dichiarazioni di Francesco Cossiga, che indicavano i francesi come autori materiali, consci delle difficolta, delle omertà, del muro di silenzio che circonda questa vicenda, profondamente inserita in un contesto di guerra fredda aggravata dall’emergere di nuovi contrasti nel Mediterraneo.

Andiamo per un attimo nel ricordo a quel 27 giugno 1980; il DC9 Itavia, stava volando tranquillamente da Bologna a Palermo. Possiamo riascoltare le voci dei piloti in volo, tutto è tranquillo, si scherza perfino. La registrazione termina però con un “Guarda!

A terra intanto, nei siti radar militari, cresce l’allarme: si è preoccupati per aerei militari che si vedono “razzolare” attorno al Dc9, si cerca una portaerei da cui partono tracce e il tutto si conclude con una concitata ricerca di un contatto con l’ambasciata americana.

In cielo “Guarda!”, a terra si cerca l’Ambasciata e un tracciato radar, sopravvissuto alla distruzione totale di ogni documentazione, che racconta degli stessi attimi, mostrando una evidente manovra d’attacco al DC9.

Null’altro: questa è la strage di Ustica, perdono la vita 81 cittadini innocenti.

Dopo pochi giorni sulla vicenda scende un vergognoso silenzio: si parla di un cedimento strutturale, la tragica ovvietà che gli aerei cadono. Non c’è nulla da indagare: ognuno rimane solo con il proprio lancinante dolore.

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Così passano gli anni, solo nel ‘86 il Comitato per la verità su Ustica, presidente Francesco Paolo Bonifacio, comincerà a risvegliare le coscienze, il sottosegretario Giuliano Amato stanzia i fondi per permettere alla Giustizia di operare, recuperando i resti dell’aereo, nasce l’Associazione dei parenti delle vittime.

Finalmente si riparla della strage di Ustica: politica e società civile si interessano, il mondo dell’arte, della cultura, dello spettacolo diventa protagonista e arriva, la strada è ben lunga, il 1999.

La Sentenza-ordinanza del giudice Priore ci consegna la verità sulle cause dell’evento: il DC9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea.

E poi, siamo arrivati al 2008, il presidente emerito Cossiga apertamente incolpa dell’abbattimento i francesi nel corso di un’operazione contro il leader libico Gheddafi.

Si riaprono quelle indagini di cui consapevolmente oggi dobbiamo chiedere gli esiti.

E l’impegno?

Proprio in questi giorni vengono depositati all’Archivio centrale dello Stato, quindi sono pubblici, tutti quei documenti sui quali si è fatta in questi anni una colpevole attività di disinformazione.

I sostenitori della bomba sul DC9 (Giovanardi, Gen. Tricarico) e il partito delle piste terroristiche arabe per Ustica e Bologna ci hanno parlato di verità nascoste, di documenti segretati: falsità e depistaggi evidenti.

Oggi tutto è pubblico, la Magistratura ha visionato , i documenti sono a disposizione degli storici. Posso ben dire – ringraziando il Segretario della Presidenza del Consiglio Roberto Chieppa- che si è dato un piccolo contributo alla verità, anche grazie all’impegno continuo dell’Associazione di Ustica nella attuazione della direttiva Renzi-Draghi.

Mi piace anche ricordare che, più in generale, l’Associazione è impegnata in collaborazione con l’Università di Bologna e l’Istituto Parri nel campo della ricerca storica, per cui può salutare con soddisfazione la decisione del Sindaco di Bologna Lepore, che rispondendo alle nostra richieste di pensare assieme al futuro del Museo per la Memoria di Ustica, ha messo in moto la possibilità della realizzare di una Fondazione attorno a Museo: una Fondazione che darà certamente vigore alla ricerca storica stessa, alla diffusione del messaggio artistico, all’editoria, alle esperienze di didattica coi giovani, in stretta collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.

Quindi ricordiamo un Anniversario e 81 vittime innocenti, esprimiamo la consapevolezza della assoluta necessità di una verità definitiva e l’impegno a continuare a fare Memoria e a fare ricerca, per le giovani generazioni e per vedere ristabiliti valori irrinunciabili come la verità e la giustizia.

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