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Ustica, da Draghi dopo 41 anni vogliamo l’ultima parte della verità

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Il caso Il 27/6/ 1980 il DC9 Itavia fu abbattuto e sprofondato nel mar Tirreno. L’evento fu compreso subito: lo dice il documento sopravvissuto del tracciato radar: una chiara manovra d’attacco

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 27 giugno 2021

Io credo che ricordando il 27 giugno, la strage di Ustica, proprio a 41 dalla tragica vicenda si debba chiedere la definitiva verità, quella verità che è stata fatta sprofondare. Come il DC9 Itavia che abbattuto, è sprofondato nel mar Tirreno. Oggi dopo tutte le indagini effettuate possiamo ben dire che l’evento è stato «seguito» e compreso nell’immediatezza. Basta ricordare il tracciato radar, con una evidente manovra d’attacco al DC9, unico documento sopravvissuto alla distruzione totale di ogni documentazione.

Ma in qualche luogo fu presa la decisione che i cittadini non dovevano sapere e i parenti delle vittime rimasero soli nel loro dolore. Si disse che l’aereo era caduto per un cedimento strutturale, la tragica ovvietà che gli aerei cadono, si fece fallire la compagnia Itavia, proprietaria del velivolo, le indagini passate da Palermo alla Procura di Roma persero determinazione e mordente, i governi e il parlamento rimasero silenziosi e indifferenti aspettando una verità che però nessuno cercava.

Solo voci isolate di giornalisti e poi poco alla volta negli anni l’impegno di politici e intellettuali, attorno all’ex presidente della Corte Costituzionale Bonifacio, e ancora la presa di coscienza dei parenti con la nascita dell’associazione. Si creò una grande mobilitazione dal basso della società civile che riportò all’attenzione la tragedia. Voglio solo citare che il film “Il Muro di Gomma” di Marco Risi con l’interpretazione di Corso Salani e le musiche di De Gregori arrivò al Festival di Venezia nel 1990. Al culmine di questo impegno civile il Sen. Gualtieri presidente della Commissione Stragi poteva affermare nell’aprile 92 :

«Quando è stato chiesto sono venute le risposte dovute…Quando il parlamento, con la nomina di questa commissione, ha preteso le risposte dovute, ecco che la magistratura si è riattivata, le inchieste sono ripartite, gli approfondimenti tecnici sono stati fatti e sono venute meno le protezioni e le impunità fino ad allora garantite».

Ma poi sono passati ancora anni, questa volta di lavoro di inchiesta e peritale molto accurato, che ha permesso al giudice Priore di darci nel 1999, con la sua Sentenza ordinanza, la prima verità: il DC9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea. Poi è venuta la stagione dei processi, certamente non sulle cause della strage i vertici dell’aeronautica sono stati assolti in sede penale dall’imputazione di altro tradimento per fatti avvenuti dopo il 27 giugno, per non aver informato il governo, degli elementi in loro possesso e per aver sostenuto ufficialmente la tesi del cedimento strutturale. I tribunali civili in via definitiva hanno condannato invece il Ministro dei Trasporti per non aver tutelato la vita dei cittadini e il Ministero della Difesa per aver ostacolato l’accertamento della verità sulla tragedia. Mentre i Ministeri sono stati condannati anche a risarcire la società Itavia fatta fallire per la falsità del cedimento strutturale.

Ma nel 2007 il presidente emerito Cossiga afferma in interviste pubbliche e poi davanti ai magistrati che il DC9 è stato abbattuto da aerei francesi che avevano come obiettivo il leader libico Gheddafi e si aprono nuove indagini – finalmente per avere un quadro definitivo e sapere chi ha sparato il missile – quelle di cui oggi dobbiamo chiedere le conclusioni.

Lo facciamo con forza in questo anniversario consapevoli però che il grande ostacolo davanti ai giudici è la scarsa collaborazione internazionale. Proprio quei Paesi amici e alleati che pur avevano aerei in volo nei pressi del DC9, non forniscono adeguate informazioni e non rispondono appropriatamente alle rogatorie internazionali.

E ancora una volta è la politica, l’azione della diplomazia che bisogna chiamare in causa. Il presidente del Consiglio Draghi deve formulare una precisa richiesta di impegno per la messa a disposizione di tutta la documentazione necessaria e proprio rimanendo al bisogno di documentazione, il presidente Draghi si deve anche attivare perché in Italia si dia effettiva attuazione alla Direttiva Renzi, direttiva per la declassifica e per il versamento straordinario di tutti i documenti riguardanti le Stragi all’Archivio centrale dello Stato,

Un sforzo determinato per la documentazione, sia per la verità definitiva sulla morte di 81 cittadini innocenti, sia per la Storia stessa del nostro Paese. È il grande impegno che chiedo al Presidente Draghi in questo 41 anniversario della strage di Ustica.

L’autrice è Presidente Associazione Parenti Vittime Strage di Ustica

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