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La lunga notte della Pennsylvania, lo stato cruciale

La lunga notte della Pennsylvania, lo stato crucialeLisa Deeley, Omar Sabin e Seth Bluestein durante il primo punto stampa della nottata elettorale a Philadelphia – Giovanna Branca

Elettorale americana Allarmi bomba e accuse di Trump contro il voto a Philadelphia

Pubblicato circa 2 ore faEdizione del 7 novembre 2024
Giovanna BrancaINVIATA A PHILADELPHIA

Mentre nel cuore della notte i voti della Pennsylvania ancora vengono scrutinati, lo stato sembra pendere in favore di Donald Trump e i commentatori televisivi dedicano lunghi approfondimenti a ogni singola contea dello stato del nordest, la commissione elettorale di Philadelphia, di fronte all’enorme magazzino dove vengono contati i voti, comincia a dare i primi elementi per interpretare la lunga nottata. A partire dal fatto che rispetto al 2020, in piena pandemia di Covid-19, i voti arrivati per posta sono una percentuale molto inferiore rispetto al totale: “Circa 115.000” quelli contati a Philadelphia – approssimativamente un terzo rispetto a quelli delle precedenti elezioni presidenziali – dice il presidente della Commissione elettorale Omar Sabin, che spiega che questo velocizzerà il processo di scrutinio e parla di “una bellissima giornata” in cui il voto si è svolto in sicurezza.

Il punto sulle elezioni viene però dirottato dalle ultime notizie arrivate a seggi ancora aperti: dopo la Georgia, anche alcune circoscrizioni dello stato del nordest sono state raggiunte da allarmi bomba. Si parla quasi subito apertamente di mail fasulle, e anche di interferenze russe, ma la commissione elettorale resta prudente e invita a seguire “lo sviluppo delle indagini”. Gli allarmi bomba sono arrivati quasi in contemporanea con un altro attacco alla sicurezza delle elezioni nello stato: il post serale di Donald Trump su Truth Social. “Si parla molto di frodi gigantesche a Philadelphia! Stanno arrivando le forze di polizia!!”. Le forze di polizia, naturalmente, erano già lì dalle primissime ore del mattino, per proteggere le operazioni di conteggio e scrutinio proprio dalla violenza solleticata da affermazioni come quella di Trump. Di lì a poco, infatti, i commissari hanno tenuto una prima conferenza improvvisata, per rassicurare i cittadini del fatto che tutto stava procedendo nel pieno rispetto delle regole. “Vengono dette delle cose che non sono necessariamente vere”, aveva dichiarato mantenendo una estrema pacatezza Sabin. “Lo abbiamo imparato nel 2020. Ma nessuno è preoccupato, abbiamo le prove per dimostrare che tutto si sta svolgendo in modo corretto”.

Parallelamente però la tensione era palpabile, e lo staff ha imposto a una truppa televisiva di spegnere la macchina alla quale erano collegati gli alimentatori delle attrezzature per verificare che l’odore di gas nell’aria fosse naturale. Perfino più incisivo l’unico membro repubblicano della commissione, Seth Bluestein: “Non c’è nessuna verità nelle affermazioni secondo le quali ci sono state frodi a Philadelphia” – voci che più tardi sono state ricondotte al falso video di uno scrutinatore che diceva a una persona che poteva votare pur non essendo cittadino degli Stati uniti. “Chiunque abbia lamentele da sporgere le dettagli e noi investigheremo”. Gli fa eco poco dopo su X il procuratore distrettuale della città, Larry Krasner, che fa apertamente il nome di Trump, autore di “accuse infondate”. “Se Donald Trump è in possesso di fatti a sostegno delle sue insinuazioni, le vogliamo vedere ora. Subito”.

Ma intanto lo spoglio dei voti continua, e per quanto più veloci siano le procedure restano ancora molti ostacoli sulla strada dello scrutinio  nello stato che si sta rivelando davvero come il campo della battaglia finale fra democratici e repubblicani, ad esempio il fatto che il voti provvisori verranno presi in esame solo venerdì. E nonostante la loro infondatezza, gli allarmi bomba allungano la loro ombra sulla nottata della Pennsylvania. Anche a urne chiuse, però, Sabin insiste sul risultato positivo dell’alta partecipazione “La disinformazione non è nulla di nuovo. Cercano di intimidire le persone in modo che non votino. Ma nella nostra città la gente è uscita di casa e ha votato comunque”. La contea di Philadelphia è la più solidamente democratica di tutto lo stato: con l’86% dei voti scrutinati Kamala Harris è sopra con il 57% dei voti, più del 2016 e del 2020. Ma con il procedere della notte i suoi confini blu sparivano sempre più in una marea rossa.

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