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La love story tra Delmastro e la polizia penitenziaria? Il ministro Nordio glissa e blinda

La love story tra Delmastro e la polizia penitenziaria? Il ministro Nordio glissa e blindaIl sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove – LaPresse

Question time al Senato Pd e Iv: «Chiarezza sui rapporti politico istituzionali tra il sottosegretario e la sua scorta»

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 12 gennaio 2024

Il ministro di Giustizia Carlo Nordio glissa, non risponde, fa orecchie da mercante. La sua è una difesa a oltranza e a prescindere del sottosegretario in quota Fd’I, qualunque cosa accada. Così come fece per il caso Cospito, negando addirittura l’esistenza di quel segreto d’ufficio per la cui rivelazione Andrea Delmastro Delle Vedove è stato rinviato a giudizio. Eppure più chiare di così le domande potevano essere: nelle interrogazioni presentate ieri durante il question time al Senato, infatti, sia il Pd che Italia viva hanno chiesto al Guardasigilli di riferire – «sul piano politico istituzionale» e tralasciando l’aspetto giudiziario – sul caso del Capodanno pistolero di Biella e in particolar modo sul rapporto tra Delmastro e la Polizia penitenziaria. Ma Nordio, davanti all’«onorevole consesso» dei senatori, non ha fatto altro che sottrarsi: «Vorrei parlare da magistrato e non posso – ha detto – E dovendo parlare da ministro non posso che inchinarmi di fronte al segreto istruttorio. Sono in corso indagini e sarebbe improprio e delittuoso se dovessi rivelare delle cose, che comunque non so. Nel momento in cui un domani dovessero emergere da parte della magistratura delle ricostruzioni adeguate e obiettive, sarei il primo a riferirle qui».

Liquidata con un inutile giro di parole anche l’annotazione di Renzi riguardo l’irregolarità del comportamento della scorta di Delmastro durante la cena nella pro loco di Rosazza finita con un uomo ferito dalla pistola del deputato Pozzolo (Fd’I): secondo il leader di Iv infatti «l’allegra combriccola» insieme al capo scorta, l’ispettore capo Pablito Morello, era rimasta «nella sala a festeggiare» anche quando il sottosegretario si era allontanato, lasciandolo di fatto senza protezione. Ma Nordio spiega che, una volta assicurata la tutela esterna dagli ambienti circostanti, «esiste una tutela interna, perché se il tutelato rimane in un ambiente chiuso deve essere accompagnato da chi deve assicurarne la tutela, e quindi non vi è nulla di scandaloso se a una manifestazione conviviale partecipano anche le persone che devono tutelare chi partecipa a quella situazione conviviale». «Questa vicenda – ribatte Renzi – denota un’incultura istituzionale spaventosa, un utilizzo proprietario della polizia penitenziaria e una reticenza omertosa. La notte di Capodanno avete toccato il fondo».

Al Pd che nell’interrogazione rimette in fila fatti e notizie rivelate da tutti gli organi di informazione, Nordio non trova di meglio da dire che «oggi le fake news sono la regola anziché l’eccezione». La senatrice Anna Rossomando però aveva riportato eventi circostanziati per descrivere lo stretto rapporto del sottosegretario con delega alle carceri e la polizia penitenziaria, rapporto di cui si chiede conto al ministro di Giustizia. Ad esempio, la cena del 3 dicembre, quattro giorni dopo che Delmastro era stato rinviato a giudizio, organizzata da Fd’I e durante la quale «alcuni agenti della Polizia penitenziaria locale, iscritti al sindacato Sinappe, hanno sfilato tra i tavoli indossando una maglietta con scritto “Anche io sono Delmastro”». Rossomando ha poi ricordato la «grigliata» del 27 luglio nel carcere di Biella, lo stesso dove sarebbero avvenute le violenze su tre detenuti da parte di alcuni agenti (23 gli indagati). Secondo i senatori dem, «l’ispettore capo Morello e il sottosegretario condividono da anni un comune impegno politico» e sarebbe stato lo stesso Delmastro ad indicare «il nome dell’ispettore capo Morello» come suo capo scorta.

Ma a Nordio non basta per ritenere che ci sia «una sovrapposizione tra il ruolo istituzionale» di Delmastro e un’«attività di propaganda di partito». «Non può e non deve esservi nessun sospetto di contiguità partitica, politica, ideologica o altro tra gli uni e gli altri – afferma con convinzione il Guardasigilli – La forma della partecipazione a queste attività conviviali, compreso chi viene invitato, è oggetto che non può essere trattato dal ministero della Giustizia perché è discrezionale e deputato alla libertà personale di chi organizza la convivialità». Inutile sperare, come fa Verini, che il ministro decida di «togliere a Delmastro le deleghe che evidentemente non può mantenere».

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