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La leader dell’estrema destra francese stavolta ha una possibilità in più

La leader dell’estrema destra francese stavolta ha una possibilità in piùMarine Le Pen

E' già campagna per l'Eliseo Il cordone sanitario che per anni ha funzionato da qualche tempo si è allentato

Pubblicato circa un anno faEdizione del 17 settembre 2023

Matteo Salvini ha qualcosa che Marine Le Pen non ha (ancora): è al governo e lo è stato nel passato. La leader del Rassemblement national (Rn, ex Front national) è stata finora tenuta fuori dal potere centrale, malgrado i milioni raccolti di voti sul suo nome alle presidenziali.

La figlia del fondatore del partito di estrema destra si è già presentata 3 volte alla corsa all’Eliseo, ai due ultimi scrutini è arrivata al ballottaggio. Con risultati sempre in crescita: da 7 milioni di voti nel 2017 ai più di 13 del 2022. Ora, sull’onda europea di estrema destra, punta a vincere nel 2027 ed è già in campagna, presentando un ticket: lei all’Eliseo e il giovane Jordan Bardella, che da poco l’ha sostituita alla testa del Rassemblement national, come primo ministro.

Marine Le Pen è convinta di poter arrivare in testa alle europee del prossimo giugno (per una manciata di voti, era già successo nel 2019, davanti al partito di Macron).

Niente è scontato, evidentemente, ma l’elezione di un esponente dell’estrema destra alla carica suprema, la presidenza della Repubblica, finora giudicata «impossibile», sta diventando «probabile». Anche se la strada resta molto in salita.

Il «cordone sanitario» che per anni ha funzionato con l’obiettivo di lasciare ai margini gli estremisti da qualche tempo si è allentato. È già successo a livello locale e alle legislative.

Oggi, il Rn all’Assemblée nationale si presenta come il primo partito di opposizione, con 88 deputati (la Nupes, l’alleanza di sinistra ne ha 151, ma è composta da 4 partiti, il principale, la France Insoumise, ne ha 75).

Con questa irruzione, il partito sta completando l’opera di «de-demonizzazione» voluta da Marine Le Pen. La presidente del gruppo parlamentare Rn nel corso degli anni ha abbandonato alcuni estremismi del padre Jean-Marie, Le Pen a cominciare dall’antisemitismo.

Ha ingiunto ai suoi deputati di presentarsi bene in parlamento, con giacca e cravatta e senza cedere a comportamenti oltraggiosi, urla e insulti (ci sono stati pochi scarti). Il Rn sta moltiplicando gli sforzi per mostrarsi presentabile, adatto a governare. Il discorso populista contro le élites, «noi e loro», ha presa tra la popolazione.

L’immigrazione resta in testa, e i fatti di Lampedusa sono una nuova occasione per attaccare Macron, ma anche per combattere la concorrenza all’estrema destra nata alle ultime presidenziali con il partito Reconquête! di Eric Zemmour, a cui ha aderito la nipote, Marion Marechal (che ormai ha cancellato il cognome Le Pen). Zemmour si è mostrato più radicale.

Ma in queste ore, Marine Le Pen sta riprendendo il linguaggio più estremista del rivale, criticando «l’impotenza» di Macron: «Chi rifiuterà ancora di parlare di invasione quando arriva in poche ore l’equivalente della popolazione di un’isola?« ha commentato sui fatti di Lampedusa. «Invasione»: il termine ormai è ripreso anche dalla destra di governo. Il segretario dei Républicains, Eric Ciotti, ha ingiunto al governo di «mettere termine all’invasione migratoria».

Il Rn non potrà mai formare un governo da solo, anche nel caso di una vittoria alle legislative dopo un successo della leader alle presidenziali del 2027: si profila poco per volta in Francia la possibilità, finora impensabile, di un’alleanza delle destre, come già succede in altri paesi europei.

Ma restano molti ostacoli.

L’estrema destra, che ai tempi del Front national era un partito liberista e «anti-tasse», con Marine Le Pen si presenta come il partito del popolo, che difende i servizi pubblici, favorevole alla redistribuzione delle ricchezze (per i franco-francesi, evidentemente). Oggi chiede il blocco dei prezzi contro l’inflazione.

Nessun cedimento invece sul fronte culturale, dove difende «la legge e l’ordine» a tutti i livelli e l’identità francese.

Agli stranieri, una sola proposta: «Non venite come siete, ma come noi siamo», dice Bardella.

Il panorama mediatico sta favorendo la diffusione di queste posizioni, con l’offensiva del miliardario Vincent Bolloré, ormai padrone della tv CNews, della radio Europe 1 e della stampa ex Lagardère (Paris-Match, JDD ecc.).

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