Senza scomodare i classici dell’economia politica (tra i quali va annoverato, tra gli italiani, lo studio di Giovanni Arrighi Adam Smith a Pechino, Feltrinelli) e ignorando il valore propagandista dei vari dirigenti cinesi, la Cina segnala una variante del capitalismo neoliberista ma dove lo stato-nazione rivendica un ruolo «pastorale» nel governare la società e il regime di accumulazione capitalista. Siamo cioè di fronte a una variazione del modello dominante di capitalismo che ha ambizioni egemoniche e che viene guardato con interesse da paesi emergenti nella globalizzazione, come l’India, il Sudafrica, il Brasile. Realtà nazionali che non vogliono importare passivamente nessun...