La guerra del Sudan al Palazzo di vetro: Dagalo sia trattato da «terrorista»
Il discorso di Al Burhan Il generale al potere accusa il rivale ed ex sodale di crimini e atrocità varie. Silenzio sui civili bombardati e la "strategia del Mossad"
Il discorso di Al Burhan Il generale al potere accusa il rivale ed ex sodale di crimini e atrocità varie. Silenzio sui civili bombardati e la "strategia del Mossad"
Mentre in Sudan non si vedono spiragli di pace all’orizzonte, uno dei due protagonisti del conflitto che ha già provocato migliaia di morti e oltre 5 milioni di profughi è intervenuto ieri mattina all’Assemblea generale dell’Onu in corso a New York.
Nel suo discorso il presidente del Consiglio sovrano, generale Abdel Fattah al Burhan, ha insistito sui rischi di destabilizzazione per l’intera regione e soprattutto sulla necessità che la comunità internazionale inserisca le Forze di supporto rapido (Rsf) comandate dal suo antagonista, generale Mohammed Dagalo detto “Hemeti”, nella lista delle organizzazioni terroriste. In quanto responsabili, ha accusato al Burhan, di «uccisioni, roghi, stupri, saccheggi, torture, traffico di armi e droga, impiego di bambini-soldato…». Tutte accuse credibili, ma tanto oggi quanto nel periodo precedente all’attuale crisi, quando Dagalo godeva della piena fiducia di al Burhan, malgrado un curriculum che ha avuto i suoi picchi criminali nella vecchia guerra civile del Darfur e nelle più recenti stragi di manifestanti inermi che protestavano contro il golpe militare.
Per risultare più persuasivo Burhan ha giocato anche il jolly dei mercenari che appoggiano il rivale, in riferimento ai russi della brigata Wagner. Glissando ovviamente sui bombardamenti indiscriminati della sua aviazione su aree urbane densamente popolate. Ed evitando di commentare le recenti rivelazioni della Cnn, ben documentate, secondo cui unità dei servizi ucraini sarebbero operative in Sudan con i loro droni e con la motivazione di colpire i russi (e loro alleati) ovunque si trovino. L’hanno definita la “strategia del Mossad”.
Poco prima del discorso di al Burhan all’Onu, Dagalo ha diffuso un video nel quale si è detto da sempre pronto a colloqui di pace. Refrain già sentito e privo di ogni fondamento, purtroppo per i sudanesi.
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