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La «guerra» del Dipartimento di giustizia alla legge anti aborto

La «guerra» del Dipartimento di giustizia alla legge anti abortoAttiviste messicane per il diritto all'aborto – Ap

Stati uniti/ Messico La corte suprema messicana depenalizza l'interruzione di gravidanza a Coahuila. Il governo Usa fa causa al Texas

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 11 settembre 2021

Due corti supreme, due decisioni radicalmente opposte. Quella Usa, che ha deciso con una maggioranza di 5 a 4 di non bloccare legge texana che proibisce l’aborto dopo sei settimane di gravidanza. E quella messicana, che a pochi giorni di distanza ha sancito all’unanimità (10 giudici su 10) l’incostituzionalità della legge dello stato di Coahuila, dove l’aborto era reato penale. «In uno stato laico, la difesa e l’autonomia della privacy delle donne deve essere incondizionata, conforme al loro piano di vita, e deve supporre che la loro scelta sia razionale, volontaria e autonoma», ha scritto nella sua decisione la giudice Norma Piña.

BENCHÉ COAHUILA sia solo il quarto stato messicano (su 32) a decriminalizzare l’aborto gli attivisti festeggiano una decisione che «stabilisce un precedente», e potrà essere utilizzata come grimaldello in tutta la nazione. Per la prima volta infatti la sentenza dei giudici costituzionali affronta «il cuore della questione», e cioè il diritto di una donna ad autodeterminarsi e prendere le decisioni relative al proprio corpo, e non dei tecnicismi legali attraverso i quali erano state sostenute in precedenza le decisioni dei singoli stati di depenalizzare l’Ivg.

APPENA AL DI LÀ dal confine, da Coahuila si entra invece nello stato del Texas, dove dal primo settembre alle donne non è praticamente più concesso di abortire. Giovedì l’amministrazione Biden ha fatto la sua prima mossa nella battaglia promessa dal presidente alla legge: il Dipartimento di Giustizia ha citato in giudizio lo stato del Texas per la sua violazione di un diritto costituzionale – violazione resa possibile dal fatto che viene aggirata la costituzione stessa, in un modo che potrebbe dettare un pericolosissimo precedente in tutta la nazione. «Il Texas ha adottato un meccanismo senza precedenti per ‘scindere’ lo Stato dalla sua responsabilità – si legge nella causa depositata dal DOJ -, rendendo lo statuto difficile da combattere in tribunale. Invece di affidarsi al ramo esecutivo per applicare la legge, come da norma in Texas e altrove, lo Stato delega i cittadini ordinari a farsi cacciatori di taglie, autorizzati a riscuotere almeno 10.000 dollari per ogni denuncia contro quegli individui che facilitano l’esercizio, da parte di una donna, dei suoi diritti costituzionali». Secondo le attiviste e gli attivisti messicani, da ora in poi si potrà forse assistere all’insolito spettacolo di donne statunitensi che oltrepassano il confine verso il Messico per poter abortire. G.Br.

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