Il giorno del suo insediamento alla presidenza del Senato, Ignazio La Russa aveva citato i nomi di Fausto Tinelli e Lorenzo «Iaio» Iannucci insieme a quelli di Sergio Ramelli e del commissario Luigi Calabresi. Un minestrone di anni ’70 privo di reale nesso logico, ma utile a legittimare lo straordinario percorso istituzionale dei figli dell’Msi, gli esclusi della Repubblica che si prendono la loro rivincita e, ottant’anni dopo la sconfitta del fascismo, conquistano il potere. NON È UN CASO che lo stesso La Russa abbia accolto con «grande soddisfazione» la decisione della procura di Milano di riaprire il fascicolo sull’omicidio...