Un collegio di sole ragazze di Kabul, la School of Leadership Afghanistan, duecentocinquanta perone tra studentesse, docenti e personale non docente, è stata evacuata in blocco in Ruanda, dove le ragazze potranno continuare gli studi per un semestre.

La notizia è stata confermata dalla presidente e fondatrice della scuola, Shabana Basij-Rasikh, che in un tweet ha espresso la speranza che si tratti di un «reinsediamento temporaneo» e la volontà di «tornare in Afghanistan quando la situazione si risolverà». Una scelta legata al timore che si ripetano i duri trattamenti riservati alle donne e al sistema scolastico dai Talebani negli anni ’90.

Il Ruanda è uno dei tredici Paesi che hanno accettato la richiesta degli Stati uniti di ospitare temporaneamente e a spese di Washington quote variabili di afghani che hanno collaborato con le forze americane e in queste ore si prova a evacuare dall’Afghanistan.

Gli altri paesi che si sono finora resi disponibili sono Albania, Canada, Colombia, Costa Rica, Cile, Kosovo, Macedonia del Nord, Messico, Polonia , Qatar, Ucraina e Uganda. Il Ruanda guidato con il pugno di ferro da Paul Kagame ospita già oltre 130.000 rifugiati africani, provenienti in maggioranza da Burundi e Repubblica democratica del Congo, che qui ricevono assistenza umanitaria internazionale.

La ministra dell’Istruzione, Valentina Uwamariya, ha reso noto di aver «ricevuto le studentesse» e che il governo intende «rispettare la loro richiesta di privacy, quindi non verranno forniti altri dettagli per il momento». La presidente della scuola, ha anche pubblicato un video nel quale brucia i documenti e le informazioni riguardanti le sue studentesse, aggiungendo che «questo viene fatto non per cancellarle, ma per proteggere le ragazze e le loro famiglie dai talebani».

L’acronimo di School of Leadership Afghanistan, Sola, significa «pace» in lingua pashtu. È la visione di questo istituto privato unico nel suo genere in Afghanistan, nato nel 2008 con l’intento di fornire alle ragazze afghane un ambiente in cui potessero concentrarsi sugli studi e sul loro potenziale. Uno spazio sicuro in cui affermare che il loro ruolo nella società non è necessariamente solo quello di creare una famiglia, un luogo dove diventare pensatrici e leader in grado di plasmare il futuro del Paese.