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La fontana di Trevi a pagamento per il Giubileo

Roma, fontana di TreviRoma, fontana di Trevi – Ansa

Roma I monumenti si stanno trasformando in merci ma i biglietti d’ingresso non fermano l’overtourism

Pubblicato circa un mese faEdizione del 8 settembre 2024

Il biglietto di 2 euro alla fontana di Trevi non risolverà il problema dell’eccesso di visitatori. La proposta è arrivata dall’assessore al Turismo Alessandro Onorato, attraverso un video su Instagram, ed è stata confermata dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri. «Vogliamo rendere la visita alla fontana di Trevi davvero un’experience e non un caotico dare spallate da un turista all’altro per cercare l’angolazione migliore del selfie», ha detto l’assessore, che aveva già avanzato l’idea nel 2023. Giovedì ci è tornato sopra, annunciando che il comune è al lavoro per introdurre l’obbligo di prenotazione elettronica, con obolo di 2 euro (residenti esclusi) per 30 minuti di permanenza. Ma l’ipotesi ha svariate criticità ed è di difficile attuazione, soprattutto per chi e come dovrà controllare.

LA FONTANA DI TREVI è uno dei monumenti più visitati a Roma, non solo per la sua bellezza, ma anche grazie alla mitizzazione generata dai film di Totò e Fellini. Non esistono dati ufficiali sul numero di persone che la frequentano, ma la maggioranza dei 21 milioni di turisti che lo scorso anno ha pernottato a Roma si è affacciata senz’altro ad ammirarla. Alcune stime parlano di 8-12 mila visitatori al giorno e 1.200 all’ora nei momenti di punta. Quel che è certo è che la piccola piazza su cui si affaccia la fontana è sempre molto affollata e la circolazione è difficile, con rischi per l’ordine pubblico. Che si possa gestire un accesso contingentato, grazie alla conformazione stretta e chiusa del luogo, lo aveva già ipotizzato nel 2017 l’allora ministro alla Cultura Dario Franceschini mentre la sindaca Virginia Raggi aveva rilanciato con l’idea di un percorso a tornelli che impedisse ai turisti di fermarsi. Ma le proposte non sono mai state attuate.

«È UNA DELLE PRINCIPALI vittime del “turismo dei selfie”, ma il biglietto di 2 euro alla fontana di Trevi non risolverà il problema», sostiene Filippo Celata, docente di Geografia economica all’università La Sapienza e studioso di politiche urbane. «Si tratta di una maniera un po’ goffa di intervenire a valle, sui sintomi dell’overtourism, senza fare nulla sulle cause». Come per il ticket di 5 euro introdotto la scorsa primavera a Venezia, la cifra è troppo bassa per essere un disincentivo al sovraffollamento. Secondo Celata, «si tratta solo di modi per generare introiti nelle casse pubbliche, a cui poi si farà fatica a rinunciare».

Recintare, militarizzare e trasformare questi luoghi in parchi a tema, come avviene col ticket, è ormai un fenomeno tipico delle località turisticheFilippo Celata

INTRODURRE UN BIGLIETTO a pagamento o il numero chiuso sono stati finora gli unici approcci intrapresi dalle amministrazioni italiane contro gli effetti del sovraffollamento turistico. Invece, sottolinea Celata, «dobbiamo ricordarci che i monumenti come la fontana di Trevi non sono merci da vendere, bensì beni collettivi e patrimonio dell’umanità. Recintare, militarizzare e trasformare questi luoghi in parchi a tema, come avviene col ticket, è ormai un fenomeno tipico delle località turistiche. Ma si tratta di uno stupro dello spazio pubblico, che è parte del problema e non la soluzione».

IL DOCENTE ritiene che «per governare il fenomeno dell’overtourism in modo intelligente, bisogna porre dei limiti alla capacità ricettiva e disincentivare gli arrivi mordi e fuggi. Roma sta già scoppiando e col Giubileo arriverà l’apocalisse. Sentiamo molte dichiarazioni di intenti da parte di chi governa la città, ma di fatto la politica ha finora favorito la turistificazione, anziché ridurla». Un esempio è il nuovo scalo per le navi da crociera a Fiumicino, che porterà migliaia di visitatori giornalieri nel centro storico. «Se si continuano a costruire opere per avvantaggiare questo tipo di vacanzieri – dice Celata – è inutile lamentarsi dell’eccesso di persone alla fontana di Trevi». Il sovraffollamento è solo la manifestazione più superficiale dell’overtourism, che genera problemi come il rincaro dei prezzi sugli immobili e la carenza di alloggi abitativi, a causa della conversione degli appartamenti in affitti brevi a scopo turistico.

PER RISOLVERE questo problema, che riguarda tutte le grandi città storiche d’Italia, il comune di Roma sta lavorando a una modifica del piano regolatore che dovrebbe approdare in consiglio comunale entro la fine dell’anno. In realtà, sostiene Celata, «le leggi già ci sono, basterebbe farle rispettare». Il regolamento 8/2015 della regione Lazio afferma che le locazioni turistiche devono essere un’attività occasionale, non imprenditoriale; e che lo stesso proprietario può affittare a scopo turistico un massimo di due appartamenti nello stesso comune. Ma basta fare una ricerca su Inside Airbnb, un sito indipendente che monitora gli annunci nella celebre piattaforma, per verificare che esistono ben 15.087 annunci di host titolari di tre o più appartamenti per locazioni turistiche a Roma. Il che significa che sono fuorilegge, ed è più urgente intervenire su questi, anziché mettere i tornelli intorno alla fontana di Trevi.

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