La Florida deporta 36 migranti latinoamericani nella democratica California
Stati uniti Due voli dal Texas a Sacramento, strumento della campagna elettorale di Ron DeSantis
Stati uniti Due voli dal Texas a Sacramento, strumento della campagna elettorale di Ron DeSantis
Venti persone, 16 del Venezuela, due dalla Colombia, una dal Nicaragua e infine una dal Messico. Migranti ancora una volta recapitati come pacchi, e con l’inganno, in uno stato americano democratico per rappresaglia. Lunedì sono atterrati a Sacramento, in California, dove li aspettavano le forze dell’ordine allertate del loro arrivo. Venerdì scorso altri sedici migranti erano invece stati «scaricati all’ingresso di una chiesa locale senza alcun avvertimento», come ha scritto in un comunicato il governatore dem della California Gavin Newsom. Fra i documenti che avevano con sé, delle liberatorie che gli erano state fatte firmare in cui dichiaravano di partecipare «al programma di trasporto volontario dello stato della Florida», ha spiegato alla Cnn la portavoce della procuratore generale della California Rob Bonta.
I MIGRANTI arrivati a Sacramento però – sia quelli atterrati lunedì che quelli di venerdì scorso – non sono stati “reclutati”, o meglio prelevati con l’inganno, in Florida, ma in un centro per migranti nella città texana di frontiera El Paso, dove alcuni di loro avevano appena attraversato il confine con il Messico. Benché il governatore della Florida Ron DeSantis non abbia “rivendicato” il trasferimento si tratta infatti con ogni probabilità del secondo lancio della sua campagna alle primarie repubblicane, dopo il flop dell’annuncio della sua candidatura su Twitter.
Il programma citato dalle liberatorie firmate dai migranti non a caso è quello approvato l’anno scorso dalla legislatura dello stato Gop, che non solo destina 12 milioni di dollari di fondi pubblici al «trasferimento» dei migranti, ma autorizza la Florida a prelevarli da qualunque stato per dirottarli verso città santuario, stati democratici o luoghi percepiti come simbolo delle élite liberal come Martha’s Vineyard, la cittadina del Massachusetts dove lo scorso settembre dei voli partiti dal Texas avevano portato 49 migranti in prevalenza venezuelani.
IN QUEL CASO, come nei voli diretti a Sacramento, il trasferimento è stato effettuato da una compagnia di contractor della Florida – Vertol Systems Company – che avrebbe ingannato i migranti con promesse di un posto di lavoro se avessero accettato il trasferimento.
«Un piccolo uomo patetico» sono le parole con cui, su Twitter, il governatore californiano Newsom ha definito DeSantis. Aggiungendo: «Incriminazione per rapimento?», e allegando il codice penale della California, secondo il quale chi trasferisca qualcuno sul suolo dello stato «con la forza o l’inganno» può essere appunto incriminato per sequestro di persona. Il procuratore generale californiano Bonta ha confermato di aver avviato un’indagine per verificare se ci siano state violazioni «di leggi civili o penali».
E ieri anche il vicesceriffo Bexar County, Johnny Garcia, ha annunciato che al procuratore distrettuale democratico della contea texana sono state raccomandate delle incriminazioni per il caso di Martha’s Vineyard. Contro chi non è ancora stato reso pubblico, ma è perfino superfluo specificare che al centro di queste “trame” c’è l’aspirante candidato repubblicano Ron DeSantis.
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