La falsa solidarietà di Madrid che in realtà critica la sua ong
Imbarazzo per la posizione del governo Sembra proprio che su una cosa la destra del Partido popular e Ciudadanos abbiano ragione: come hanno denunciato ieri, sulla vicenda Open Arms il governo spagnolo non ha fatto altro […]
Imbarazzo per la posizione del governo Sembra proprio che su una cosa la destra del Partido popular e Ciudadanos abbiano ragione: come hanno denunciato ieri, sulla vicenda Open Arms il governo spagnolo non ha fatto altro […]
Sembra proprio che su una cosa la destra del Partido popular e Ciudadanos abbiano ragione: come hanno denunciato ieri, sulla vicenda Open Arms il governo spagnolo non ha fatto altro che sbandare a destra e sinistra. Un po’ come è avvenuto per la mancata investitura, il governo di Pedro Sánchez, le cui sorti sono ancora appese a un sempre più flebile filo di trovare un accordo politico con Unidas Podemos, ha mantenuto una posizione zigzagante sulla vicenda della ong umanitaria. Per giorni, quando la drammatica situazione della barca spagnola al largo delle coste italiane era ormai chiara, nonostante l’offerta dei porti di città come Barcellona o Valencia, il governo ha mantenuto un rigoroso silenzio.
Poi quando persino la commissione europea ha chiesto che qualche governo prendesse l’iniziativa di chiedere l’intervento europeo, i socialisti hanno detto che non era compito della Spagna. Poi, con il peggiorare della situazione, Madrid si è unita timidamente alla manciata di governi europei che si era detta disposta ad accogliere qualcuno dei migranti alla deriva nel Mediterraneo. Quando ormai la situazione a bordo dell’Open Arms era al limite, con la gente che si buttava a mare disperata per raggiungere terra a nuoto, e dopo due settimane di braccio di ferro con il governo italiano, domenica finalmente Sánchez è uscito dal letargo. Per proporre che la nave raggiungesse praticamente il porto più lontano del Mediterraneo: Algeciras, in Andalusia (950 miglia nautiche di distanza). Oltretutto quando ben due porti delle Isole Baleari, Palma e Mahón, assai più vicini (590 miglia), avevano già offerto da giorni la propria disponibilità. Finalmente ieri l’esecutivo correggeva il tiro, parlando delle Baleari come porti possibili. Solo che ormai ci vogliono giorni di navigazione, quando le coste più vicine sono a 800 metri, e Òscar Camps ha spiegato che è improponibile riprendere il mare dopo tutto questo tempo con la situazione psicologica dei migranti a bordo in stato critico e che al massimo sarebbe possibile se venisse fatto a bordo di un’altra imbarcazione più rapida e veloce. O magari di un aereo, che costerebbe meno che la benzina necessaria per navigare 1000 miglia.
«Possiamo salvare e prenderci cura di 163 persone a bordo per due settimane, possiamo difendere i loro diritti davanti alle istituzioni pertinenti, possiamo sopportare l’attacco mediatico di due governi e della loro propaganda populista, ma siamo solo una ong che sta finendo le sue limitate risorse», ha scritto Camps in un tweet ieri pomeriggio. Due governi, perché quello spagnolo sembra più impegnato ad attaccare la ong che a trovare una soluzione. «Attaccare Open Arms è un’indecenza che il governo potrebbe risparmiarsi», ha tuonato per tweet Gerardo Pisarello, ex numero due di Ada Colau e attuale membro della Presidenza della Camera spagnola. «Invece di risolvere la crisi, ci dedichiamo a iniziare una campagna per screditare Open Arms. Senza parole», ha scritto invece l’eurodeputato verde Ernest Urtasun.
L’ineffabile vicepresidente spagnola Carmen Calvo, ieri si è unita al ministro dei trasporti Ávalos che domenica aveva attaccato la ong. Se Margarita Robles, ministra della difesa, aveva attaccato Salvini definendolo «vergogna per l’umanità», Calvo invece sulla Ser assumeva il ruolo vittimistico: «Abbiamo fatto uno sforzo immenso», minimizzando i problemi a bordo. Insomma, ha detto, «una volta che gli si dice che hanno un porto sicuro, lo capisce chiunque che non ci sono problemi». E poi, ha aggiunto velenosa, «è stato Open Arms a non voler attraccare a Malta. Noi stavamo negoziando, ma la nave si è voluta dirigere verso l’Italia». Camps lo ha smentito categoricamente: Malta non ci ha mai autorizzato, si erano offerti di accogliere solo 39 dei migranti, gli ultimi arrivati. «Si stava montando una rivolta a bordo», ha spiegato.
In un comunicato l’ong ieri si lamentava che Italia e Spagna avevano trovato un accordo sotto banco (il governo spagnolo ha smentito). Ma Camps in una dura intervista a eldiario.es ha detto: «Invece di alleggerire la situazione, Italia e Spagna cercano di metterci più pressione addosso e di scaricarci la responsabilità di un trasporto che consideriamo pericoloso». E ha aggiunto: «l’unica cosa che chiedevamo al nostro governo era che ci accompagnasse al Tribunale di Amburgo a denunciare che l’Italia e Malta non rispettano i loro obblighi legali». E a Calvo risponde: «Glielo venga lei a spiegare a bordo, di stare tranquilli quando non vedranno più terra, quando dovranno affrontare altri due o tre giorni di onde e di vomiti».
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