La Digos alla Ca’ Foscari identifica gli studenti
Palestina/Italia Durante un seminario su Israele, la polizia arriva all'università veneziana, fotografa e scheda. «Niente violenza, solo contestazioni verbali». I docenti chiedono agli agenti di uscire
Palestina/Italia Durante un seminario su Israele, la polizia arriva all'università veneziana, fotografa e scheda. «Niente violenza, solo contestazioni verbali». I docenti chiedono agli agenti di uscire
Gli studenti di Ca’ Foscari sono in mobilitazione per denunciare quanto accaduto lunedì scorso: durante un seminario alcuni agenti della Digos sono entrati nell’aula universitaria e hanno fotografato e identificato alcuni studenti.
È accaduto a palazzo Vendramin, una delle sedi dell’ateneo veneziano, durante un incontro sul tema «Dove va Israele? Scenari, sfide, prospettive» organizzato dall’Osservatorio di Politica e Relazioni internazionali dell’università. Tra i relatori del convegno pomeridiano, per lo più tutti docenti di Ca’ Foscari, figurava come esterno il professore Sergio Della Pergola, che insegna all’Università ebraica di Gerusalemme e che in più occasioni ha dichiarato le sue simpatie per il sionismo.
UN GRUPPO di studenti e studentesse si era recato al seminario e aveva atteso il dibattito finale per contestarlo. «Voglio sottolineare che nessuna di noi ha manifestato comportamenti violenti e neppure ci siamo abbassate agli insulti», spiega Alice Bazzoli, una delle portavoce delle assemblee studentesche che in questi ultimi mesi hanno organizzato accampate nei campus veneziani e occupazioni di rettorati dei tre istituti presenti in città: Ca’ Foscari, lo Iuav e l’Accademia. «I relatori non ci hanno permesso di intervenire al dibattito, togliendoci la parola, non concedendoci il diritto di spiegare le nostre ragioni o di porre domande scomode».
Ma la cosa più grave è successa fuori dell’istituto, quando agenti in borghese della Digos hanno fermato gli studenti che uscivano dalla sala per identificarli chiedendo loro i documenti. «Come se non bastasse, alcuni agenti sono entrati nella sala del dibattito e hanno scattato fotografie ai presenti – spiega la studentessa Alice Bazzoli -. Un intervento chiaramente intimidatorio. Ci piacerebbe che la rettrice Tiziana Lippiello prendesse le distanze da questa operazione e ci garantisse che non è stata lei a chiamare la polizia dentro i locali dell’ateneo».
IPOTESI smentita sia dalla rettrice che dai professori presenti al dibattito. Alcuni di loro, aderenti al comitato Guerra&Pace, hanno preso le difese degli studenti, invitando la polizia a uscire dalla sala. Resta il fatto grave di una intrusione delle forze dell’ordine in un contesto universitario in cui non stava accadendo nessun episodio violento ma una semplice contestazione verbale.
«Non ci faremo intimidire da questi atteggiamenti – conclude Bazzoli . Continueremo a denunciare il sionismo, come fatto finora e a chiedere che i fabbricanti di armi rimangano fuori delle nostre università. Una vittoria l’abbiamo già ottenuta: mercoledì 26 giugno ci sarà l’assemblea di ateneo in cui ribadiremo le nostre posizioni e porteremo le nostre richieste per una università disarmata. Dovrebbe svolgersi ogni anno ma a Ca’ Foscari l’ultima è stata organizzata nel 2015. Questa assemblea è frutto delle nostre lotte, dei nostri accampamenti e delle nostre occupazioni. Continueremo così anche di fronte a queste intimidazioni».
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