La corsa fuori tempo intorno al Colosseo

Se fossero dei neopatentati a sgommare tra il Colosseo e il Circo Massimo si parlerebbe di irresponsabili lanzichenecchi. Invece anche il Campidoglio ha dato il suo patrocinio al rally di Roma Capitale, la competizione automobilistica partita ieri dal Colle Oppio che si concluderà domenica in provincia di Frosinone. Oltre alla corsa, da ieri i sanpietrini intorno al Colosseo saranno occupati dalle fuoriserie in bella mostra, con Lamborghini da 300 all’ora e Suv da due tonnellate a far gola a turisti e romani che non se le possono permettere. Mentre il pianeta soffoca per i combustibili fossili e insegue un modello di sviluppo sostenibile, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ritiene dunque che quello attuale meriti una celebrazione in pompa magna. Quando in campagna elettorale prometteva una città più pulita e libera dalle auto inquinanti, si riferiva solo a quelle di chi è costretto a usarle per lavoro.

Persino il patron della gara Bruno De Pianto si è reso conto che un simile spettacolo stona con gli impegni alla decarbonizzazione. E simulando una sensibilità ambientale incompatibile con una novecentesca corsa di motori a scoppio, ha provato in extremis a trasformare il rally in una fiera del greenwashing. Per ridurre l’impatto ambientale, gli organizzatori promettono che le pettorine dei commissari di percorso saranno «realizzate in materiale riciclato» e che «saranno vietati i lavaggi di auto e cerchi». In cambio, al pubblico chiedono che «i rifiuti vengano portati con sé dopo aver assistito allo spettacolo» e di «spostarsi con i mezzi pubblici o con mezzi alternativi come i monopattini elettrici». Peccato che, a causa della corsa, proprio le linee di bus e le fermate della zona interessata saranno soppresse o deviate.