Mentre il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, con il capo coperto di cenere, è costretto a ritirare i tre emendamenti che il suo gruppo aveva presentato in Senato («Scusate, avevo capito male»), tra Pd e M5S scatta la competizione sulle richieste di modifica alla legge di Bilancio.

IN TOTALE LE OPPOSIZIONI hanno presentato circa 2600 emendamenti: sai 4 miliardi in più per la sanità e sul salario minimo i giallorossi fanno fronte comune. Così come sulla necessità di utilizzare i 20 miliardi oggi investiti in sussidi ambientalmente dannosi per altri scopi (i dem per un mega piano in 10 anni di sostegno alle imprese nella conversione ecologica).

Altre battaglie comuni riguardano il no all’aumento dell’Iva al 10% per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene femminile, il congedo parentale di 5 mesi per i padri, il rafforzamento del bonus psicologo e il ritorno di opzione donne e ape sociale e lo stop ai tagli per il personale sanitario sul fronte delle pensioni (il Pd cita anche la pensione di garanzia per i giovani).

Comune anche l’intenzione di sostenere l’acquisto dei libri scolastici e di investire diversamente i denari per il ponte di Messina (circa 780 milioni nel 2024). Per Schlein vanno investiti in un piano casa straordinario per riqualificare gli alloggi pubblici (1 miliardo nel 2024) con il ripristino del fondo sociale affitti (300 milioni a crescere fino a 1 miliardo nel 2026) e altre misure per la morosità e gli studenti fuorisede.

CONTE PROPONE DI reintrodurre il reddito di cittadinanza per 350mila famiglie che lo hanno perso a causa del taglio voluto da Meloni, alcuni suoi cavalli di battaglia come il cashback fiscale che si somma al taglio al tetto del contante. «Le nostre misure si finanziano con extraprofitti di banche, settore bellico, energetico, assicurativo e farmaceutico e con l’aumento della digital tax», dice il leader M5S. E attacca: «La coperta non è corta ma viene utilizzata per tenere al calduccio le banche, mentre si diventa leoni con i cittadini».

Schlein è altrettanto dura: «Vogliamo sfidare la destra non rincorrendola, ma proponendo una visione del mondo radicalmente diversa, che scacci la paura di futuro». «Una manovra senza futuro, che non ha una visione per il Paese», ha detto nella relazione alla direzione Pd. «La coperta era corta e loro gli hanno dato fuoco. Manca completamente un piano industriale, il governo è rimasto inerte sul caro vita e sulla politica dei redditi. Fanno cassa sui poveri, sulle persone con disabilità e sulle pensioni».

SUL FRONTE PROPOSTE, la leader Pd ha insistito molto sulla gratuità dei trasporti pubblici per giovani fino a 26 anni (con Isee sotto i 35mila euro), come già avviene in Emilia Romagna, sugli incentivi fiscali per gli impianti fotovoltaici e per le comunità energetiche, e sui fondi da 600 milioni per la non autosufficienza e da 100 milioni per la salute mentale. Misure anche contro il carovita: per bloccare l’indicizzazione degli affitti e per la proroga nel 2024 del bonus sociale luce e gas.

IL RESPONSABILE ECONOMICO del Pd Antonio Misiani ha assicurato che «per ogni nostro emendamento indichiamo esattamente dove prendere i soldi». Nel suo intervento in direzione ha citato come possibili coperture gli 87 miliardi di evasione fiscale, i 44 miliardi di agevolazioni Irpef, la spending review e i 171 miliardi di spesa pubblica per beni e servizi. «Il governo», ha detto, «non ha toccato queste voci, mentre ha colpito solo la spesa sociale». In questo ambito cade anche il taglio del RdC: i dem lo contestano, ma non prevedono una sua reintroduzione, almeno in questa fase.

NELLA MAGGIORANZA SI È chiuso il caso della Lega, che aveva presentato ( e ora trasformato in ordini del giorno) tre 3 emendamenti sui lavoratori transfrontalieri con la Svizzera, sulle pensioni dei magistrati onorati e sul contributo alla finanza pubblica da parte degli enti locali. «Avevo capito che 2 o 3 emendamenti si potevano presentare giusto a livello simbolico, erano a costo zero», si è giustificato Romeo dopo che Meloni si era infuriata con Salvini.

L’arrivo della manovra nell’aula del Senato slitta intanto al 12 dicembre. I tre partiti di maggioranza già discutono sul maxiemendamento che verrà presentato dal governo. Fdi punta a ridimensionare il taglio alle pensioni per i medici e a modifiche al superbonus, Forza Italia vuole escludere in modo più chiaro il primo immobile da quelli che vedranno un aumento al 26% della cedolare secca per gli affitti brevi. Anche Salvini auspica modifiche sulla casa.