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La controffensiva costa: Kiev perde un pezzo di arsenale

La controffensiva costa: Kiev perde un pezzo di arsenaleCarri armati ucraini vicino Bakhmut – Ap

Guerra ucraina Secondo la Cnn, distrutto il 15% dei mezzi corazzati Bradley. Per Mosca, sono molti di più. E rispunta l’uranio impoverito: nel nuovo pacchetto Usa ci sarebbero anche munizioni vietate, scrive il Wall Street Journal

Pubblicato più di un anno faEdizione del 14 giugno 2023
Sabato AngieriZAPORIZHZHIA

Quanto è costata finora la controffensiva all’Ucraina? Secondo la Cnn, l’esercito di Kiev avrebbe perso almeno 16 veicoli corazzati di trasporto truppe Bradley dall’inizio delle manovre. Circa il 15% della disponibilità totale delle forze di Zelensky, rivela il media statunitense che calcola in 106 il totale di questi mezzi forniti dagli Usa. Secondo il presidente russo Putin, le perdite attuali della controparte nei primi giorni di attacchi sarebbero «pressoché catastrofiche»: 160 carri armati e 360 veicoli blindati.

Intanto si ricomincia a parlare di proiettili all’uranio impoverito mentre continuano gli attacchi missilistici. In uno, tra l’altro, sarebbe morto l’ennesimo generale russo, il decimo dall’inizio della guerra.

SONO GIORNI concitati in Ucraina. Kiev sonda il terreno, tenta avanzate su diversi fronti e insiste in particolare sul fronte sud di Zaporizhzhia, nel quadrante sud-est verso Mariupol e nel Donetsk. È proprio nel contesto di quest’offensiva su così larga scala che l’esercito ucraino avrebbe perso un gran numero di mezzi.

«Durante questo periodo (i reparti ucraini, ndr) hanno perso oltre 160 carri armati e oltre 360 veicoli blindati di vario tipo. Ma questo è solo ciò che vediamo – ha detto il presidente russo – Ci sono ancora perdite che non vediamo, inflitte da armi ad alta precisione a lungo raggio su personale militare e attrezzature. Quindi, in realtà, di perdite da parte ucraina se ne registrano ancora di più».

Le notizie non sono verificabili in maniera indipendente, i numeri forniti dal leader del Cremlino vanno recepiti con cautela. È un fatto che attaccare costa molto più che difendere e che il prezzo di un’offensiva è sicuramente molto alto.

NEL CASO dei mezzi corazzati Bradley, ad esempio, il Pentagono aveva parlato di un «veicolo che avrà un ruolo di primo piano nell’offensiva primaverile». Il perché è presto detto: permette di trasportare fino a dieci uomini al fronte e offre una copertura di fuoco importante, anche contro i carri armati. Un mezzo agile e capiente ma in grado di difendere effettivamente un gruppo tattico o una squadra e di trasportarle sulla linea dei combattimenti.

Avere grande disponibilità di Bradley significa poter compiere incursioni rapide, magari con le truppe addestrate proprio dai paesi Nato negli ultimi mesi. Perderne quasi uno su sei in nemmeno due settimane di controffensiva potrebbe essere un problema, al netto del nuovo annuncio Usa di ulteriori 325 milioni di dollari di aiuti militari.

NEL NUOVO PACCHETTO, secondo il Wall Street Journal, Washington potrebbe anche includere munizioni all’uranio impoverito. Stando alle dichiarazioni di un funzionario «informato sui fatti», il quotidiano Usa riporta che la decisione è arrivata dopo settimane di dibattito interno all’amministrazione Biden su come equipaggiare i carri armati Abrams che gli Stati uniti hanno già deciso di fornire a Kiev.

Poche settimane fa anche la Gran Bregtagna aveva dichiarato disponibilità a consegnare all’Ucraina tali munizioni e la reazione di Mosca era stata molto dura.

Ieri, secondo l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, sull’argomento è intervenuto Putin in persona: anche la Russia possiede nei propri magazzini tali proiettili e «si riserva il diritto di usarli in Ucraina se saranno usati dalle forze di Kiev». Lo stesso presidente in un incontro con i corrispondenti di guerra russi ha dichiarato che «è apparso con chiarezza che ci mancano diverse cose, come le munizioni ad alta precisione, i dispositivi di comunicazione e i droni».

«Ne abbiamo, ma purtroppo in quantità che non sono sufficienti», ha continuato, sottolineando anche che «alcuni nostri generali si sono dimostrati inefficienti». Chissà se si riferiva anche a Sergei Goryachev, capo di stato maggiore della 35° armata combinata, morto ieri «a seguito di un attacco missilistico nemico» al confine tra gli oblast di Donetsk e Zaporizhzhia, nel quadrante sud-est.

Intanto a Kryvyi Rih, si scava ancora sotto le macerie. Nella città natale del presidente Zelensky un bombardamento russo ha ucciso almeno undici persone e ne ha ferite diverse decine all’interno di una palazzina residenziale.

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