La condanna bipartisan e l’escalation dietro l’angolo
Tra le righe delle reazioni della politica italiana
Tra le righe delle reazioni della politica italiana
L’attacco di Hamas a Israele scuote la politica italiana e fa riscoprire, per assurdo, il tema poco frequentato in questi anni della pace in Medio Oriente. Tra i primi a pronunciarsi c’è Sergio Mattarella, il quale scrive al capo di stato israelieno Isaac Herzog per esprimere «la più ferma e convinta condanna di questo proditorio attacco, che attenta alla sicurezza di Israele e allontana la prospettiva di una pace duratura – da tutti auspicata e avvertita come necessaria – tra israeliani e palestinesi».
ANCHE ANTONIO Tajani dalla Farnesina si ritrova improvvisamente attento alle ragioni del confronto tra israeliani e palestinesi. «L’aggressione a Israele – sostiene il ministro degli Esteri – non deve assolutamente provocare un’escalation perché questo attacco rischia davvero di mettere a repentaglio qualsiasi dialogo in quell’area». Nel frattempo, i gruppi della maggioranza preparano una mozione che contiene queste parole: «Israele è oggetto di attacchi terroristici senza precedenti, che hanno l’obiettivo di uccidere e ferire quanti più civili possibile rendendo più difficile ogni processo di pace non solo tra Israele e i palestinesi ma in tutto il Medio Oriente». Nel frattempo, da Palazzo Chigi fanno sapere di seguire «con preoccupazione» l’evoluzione e di avere attivato ogni forma di protezione verso «gli obiettivi israeliani» in Italia.
MA IL RISCHIO concreto, è che scatti l’automatismo dello schieramento, il frame visto all’opera tragicamente dopo l’11 settembre che è servito a giustificare guerre e imprese militari le cui conseguenze sono ancora drammatiche. Tra le righe le condanne all’incursione di Hamas rischiano di diventare la copertura a qualsiasi forma di reazione bellica, in nome di quello che più di un esponente di centrodestra (e non solo) definisce «il diritto di Israele a difendersi dal terrorismo».
DAL PARTITO democratico, Elly Schlein manifesta «grande angoscia per quel che accade in queste ore in Israele». «La comunità internazionale si mobiliti immediatamente – prosegue la segretaria del Pd – E intervenga per fermare questa aggressione ed escalation violenta che mina le prospettive di dialogo e porta solo morte e distruzione». Anche Conte condanna la violenza contro Israele, mentre i parlamentari nelle commissioni esteri di Camera e Senato del M5S affermano: «Serve ogni sforzo possibile da parte di tutti gli attori in campo e della comunità internazionale affinché si fermino subito le armi e si scongiuri l’inizio di una nuova guerra».
NICOLA FRATOIANNI prova a inserire le scene di ieri mattina dentro il loro contesto. «Le immagini che arrivano da Israele e dalla striscia di Gaza sono terribili e angoscianti – afferma il segretario di Sinistra italiana – Quello che sta accadendo in queste ore in Israele e nella striscia di Gaza è, purtroppo, ancora una volta frutto della nostra ignavia». Fratoianni denuncia «la violazione sistematica della legalità internazionale, delle numerose risoluzioni dell’Onu e l’assenza di una qualsiasi prospettiva di pace credibile alimenta estremismo e violenza».
«GAZA É UNA prigione a cielo aperto», dice il segretario di Rifondazione Maurizio Acerbo. «Condanniamo tutti gli attacchi contro i civili – prosegue – Che siano da parte di Hamas o del governo israeliano. Ma esiste un aggressore, Israele, e un aggredito, il popolo palestinese. Esiste uno stato che pratica l’apartheid, occupa territori altrui, viola il diritto internazionali. Ed esiste un popolo che resiste e lotta per veder riconosciuti i suoi diritti. Esiste una comunità internazionale, in primis gli Usa e l’Ue, muta e complice nei confronti dei crimini israeliani».
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