Italia

«La cementificazione selvaggia» sommerge Catania

Gli effetti del maltempo agli archi della marina, a CataniaMaltempo agli archi della marina, a Catania

Sicilia Chiuso l'aeroporto di Palermo, intere città allagate. Ma agli eventi climatici estremi si aggiunge la devastazione del territorio

Pubblicato circa un mese faEdizione del 20 ottobre 2024

È allerta arancione in tutta la Sicilia. A Palermo l’aeroporto Falcone-Borsellino è stato chiuso per allagamenti e blackout in alcune aree del terminal. Il maltempo che investe molte regioni italiane ha duramente colpito, tra le altre, la città di Catania. Ieri mattina una donna ha soccorso un motociclista trasportato dall’acqua in via Etnea, una delle arterie principali del centro. Un’automobile è finita sopra i dissuasori stradali che proteggono gli Archi della Marina, l’antico viadotto ottocentesco in muratura della ferrovia Catania-Siracusa. Moltissime le chiamate alla sala operativa provinciale per segnalare veicoli in panne, allagamenti, automobilisti in difficoltà. Anche la linea telefonica del Comando provinciale dei vigili del fuoco è intasata. 

«Questa situazione la dice lunga sulla forza e la velocità dell’acqua», commenta Viola Sorbello, referente di Legambiente Catania, preoccupata della partecipazione dei cambiamenti climatici nei disastri idrogeologici che coinvolgono l’isola.

Eppure, la fotografia di Catania allagata è ricorrente, circola periodicamente. «La cenere (dell’Etna ndr) che in questi mesi ha riempito i tetti e le strade – prosegue Sorbello – si compatta con l’acqua, diventa come cemento e finisce per bloccare i tombini». Molti i canali di fuga ormai del tutto chiusi. C’è la morfologia della città che non aiuta, e un problema di vecchia data. Nel 1985 sono cominciati i lavori per costruire il “Canale di gronda”, un tubo lungo una decina di chilometri che metterebbe un freno alle acque piovane provenienti dai paesi pedemontani, che confluiscono verso Catania. Lavori che non sono stati ancora completati, a distanza di quasi quarant’anni, e che servirebbero per convogliare le acque in eccesso verso il mare, lungo la costa, evitando così gli allagamenti in città. Eppure negli anni sono stati erogati finanziamenti consistenti al comune di Catania per il completamento dei lavori del Canale, 48 milioni di euro solo nel 2015. Nel 2022 il Consorzio stabile Medil di Benevento si è aggiudicato 32 milioni di euro per il completamento dei lavori, entro il 2025. 

Alcune iniziative, però, contrastano le dichiarazioni politiche del presidente della regione Renato Schifani, che ha rivendicato con successo la ripresa dei lavori al Canale di gronda. È di pochi giorni fa la decisione di abbattere una villa nel quartiere settentrionale di Cibali e sostituirla con un edificio commerciale su più piani, eliminando anche l’ampio giardino che circonda il complesso architettonico originale. In un post su Facebook, Legambiente Catania denuncia che la villa di Cibali è situata «in una intersezione di strade in discesa dove le acque meteoriche si incanalano per finire poi nella vicina piazza Santa Maria di Gesù». Viola Sorbello sottolinea che «Catania viene cementificata in modo selvaggio, non si capisce come vengano rilasciate le concessioni edilizie». 

L’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha calcolato che nel 2022 il comune di Gravina di Catania è il secondo in Sicilia per il consumo di suolo, con numeri che raggiungono il 50,8 percento, in un luogo in cui la permeabilità del suolo è a rischio per gli eventi climatici estremi, la negligenza amministrativa e la speculazione edilizia diffusa.

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