Kim è giunto a Vladivostok, oggi l’incontro con Putin
Corea del Nord/Russia Pyongyang vuole uscire dall’isolamento, Mosca promette sostegno contro le sanzioni. Ma oltre a denuclearizzazione e sicurezza internazionale si parlerà anche di affari
Corea del Nord/Russia Pyongyang vuole uscire dall’isolamento, Mosca promette sostegno contro le sanzioni. Ma oltre a denuclearizzazione e sicurezza internazionale si parlerà anche di affari
Kim Jong-un è arrivato ieri in treno a Vladivostok e oggi in incontrerà Vladimir Putin. Prima però il leader nordcoreano ha voluto fermarsi a visitare, subito dopo la frontiera, la stazione del litorale di Chasan dove c’è dal 1986 la casa dell’amicizia russo-coreana, chiamata anche «casa di Kim Il-sung».
Dopo Vladivostok il presidente proseguirà, sempre su strada ferrata, per Pechino dove parteciperà il 26-27 alla conferenza sulla One belt One road. L’incontro è stato per lungo tempo, per ragioni di sicurezza, tenuto segreto ma l’atterraggio della sorella di Kim Yo-jong a Vladivostok due giorni fa per curare dettagli e protocollo, hanno reso inutili tutte le precauzioni adottate.
KIM HA SOSTENUTO, appena giunto nella stazione della capitale asiatica della Russia, che questo sarà solo «il primo degli incontri con Vladimir Putin, a cui lo lega molti anni di cooperazione» (in precedenza nel 2011 aveva incontrato solo Dmitry Medvedev allora presidente in carica). Si tratta di un meeting a cui lo staff del Cremlino lavora da mesi fa e che avrebbe in un primo tempo dovuto tenersi a Mosca. Yurii Ushakov braccio destro di Putin per le questioni internazionali ha voluto sottolineare che «la Russia sarà il primo paese straniero che Kim Jong-un visiterà dopo la prima sessione della 14a Assemblea nazionale suprema che si è tenuta nella prima metà di aprile, in cui Kim Jong-un è stato rieletto a presidente del Consiglio di stato della Repubblica popolare».
Il programma degli incontri sarà secondo Ushakov «classico» e prevederà la partecipazione del ministro degli esteri Lavrov, ma anche del ministero dei trasporti Dietrich, del ministro per lo sviluppo dell’Estremo Oriente Kozlov, del capo delle ferrovie russe Belozerov, del viceministro dell’Energia Yanovsky: tutti dicasteri che dovrebbero essere coinvolti nei piani di sviluppo comune tra i due paesi.
Già, perché a Vladivostok i due capi di Stato non parleranno solo di piani di denuclearizzazione e di sicurezza internazionale ma anche di affari. È vero che oggi l’interscambio commerciale tra i due paesi è poca cosa. Come sottolineato da Ushakov a causa delle sanzioni «il commercio bilaterale lo scorso anno è diminuito di oltre il 56% e ammontava a soli 34 milioni di dollari» anche se una commissione intergovernativa dei due paesi starebbe lavorando sulle potenzialità dello sviluppo dell’Estremo oriente e dell’Artico. Si guarda però soprattutto alle prospettive.
IN CASO DI «DISGELO» nella penisola o addirittura unificazione delle due Coree le potenzialità di penetrazione russa restano intatte. Grandi progetti sono stati elaborati come la «pipeline della pace», un gasdotto in Corea del Sud che attraversi il territorio della Corea del Nord e porti a Seul gas a prezzi convenienti e parallelamente risolva il problema dell’alimentazione elettrica della Repubblica popolare.
Un altro progetto, con ricadute economiche ancora più importanti sarebbe quello di collegare la transiberiana a una ferrovia inter-coreana, creando così una via più rapida per il trasporto merci in Europa. Ma ovviamente la condizione essenziale resta la stabilizzazione politica nella regione. A questo fine Putin ha alacremente lavorato sul piano diplomatico anche quando lo scontro bellico sembrava inevitabile e il regime del «brillante leader» era totalmente isolato sul piano internazionale. E quindi un capitolo importante dell’incontro di domani sarà dedicato alla questione dell’addio definitivo dell’escalation nucleare nella regione.
USHAKOV HA VOLUTO soprattutto attirare l’attenzione sul fatto che negli ultimi mesi la situazione si è andata stabilizzando. A suo parere, ciò è stato possibile grazie alla volontà di Kim di giungere a un compromesso. Nonostante non siano raggiunti di risultati concreti nell’ultimo summit Usa-Corea del Nord, secondo il Cremlino, sono rimasti aperti spiragli perché possa proseguire il dialogo avviato. Un dialogo in cui Mosca vorrebbe giocare un ruolo di primo piano in concerto con Pechino. Soprattutto nella seconda fase della road map che ha condotto Pyongyang alla moratoria sui test e gli Usa e la Corea del Sud alla non reiterazione delle principali esercitazioni militari congiunte.
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