Erano soprattutto donne quelle che venerdì sono scese in strada a Khartoum e a Omdurman con piccoli cartelli con la foto e il nome di un desaparecido, uno scomparso nella brutale repressione del 3 giugno. In migliaia hanno partecipato, due giorni fa, al sit-in che chiede verità sugli 11 sudanesi (numero al ribasso, quello finora accertato) spariti durante la distruzione dell’accampamento permanente che dal 6 aprile aveva prima ottenuto la caduta del presidente Omar al-Bashir e poi proseguito la mobilitazione per un governo civile. Quel giorno le Rapid Support Forces, paramilitari legati al Consiglio di transizione militare, massacrarono 127 persone;...