In Kenya come preannunciato si è svolta la più grande manifestazione spontanea nella storia recente del Paese: almeno un milione le persone scese in strada nella sola capitale Nairobi per scongiurare l’approvazione della Legge Finanziaria 2024 che stabilisce un numero crescente di imposte a danno soprattutto dei giovani e della popolazione più povera.
Un provvedimento che ha esasperato le persone a cui non è bastato qualche aggiustamento delle aliquote. In tempi di difficoltà ci si aspettava che il governo potesse affrontare gli sprechi e la corruzione, non aumentare le tasse. Per gli analisti potrebbero essere le prove tecniche per una primavera africana.

COME SPIEGANO diversi connazionali ed esperti di politica locale al manifesto, «c’è una grande novità perché è la prima volta che la gente scende in strada senza essere manovrata da un partito politico», «è la prima manifestazione spontanea dei giovani contro i vecchi, non divisi per criteri né di partito, né di tribù: è una rivoluzione». «Prima i giovani erano pagati per manifestare». «Potrebbe esser il segno di un nuovo modo di fare politica in Kenya. C’è un senso di giustizia sociale che non c’era prima». «La cosiddetta Generazione Zeta (GenZ) ha cominciato a ragionare con i criteri dei giovani degli altri Paesi avanzati: si riuniscono intorno a tematiche specifiche e non di tribù, è un cambiamento enorme nella politica del Kenya». «Non sappiamo come andrà a finire perché politicamente non sono organizzati, ma sono qualcosa di nuovo che rompe gli schemi». «Molti sono i giovani che stanno riuscendo ad uscire dalla povertà e non vogliono che questo percorso sia interrotto». In piazza c’era anche Auma Obama, attivista e sorella dell’ex presidente Usa. «Vogliamo essere ascoltati», ha detto intervistata dalla Cnn.

CON QUESTA FINANZIARIA il Kenya sarà ancora più diviso tra ricchi e poveri. Quindi i giovani ripetono «Tunawapigania sote tukule» (Stiamo lottando per il cibo di tutti). Il movimento ha la chiara approvazione delle chiese, della società civile, dei movimenti di base, ma anche di una larga parte della classe media. Il pastore della chiesa anglicana Evans Omollo ha dichiarato: «Stiamo sulle spalle dei nostri antenati che hanno sostenuto ciò che è giusto e si sono opposti a ciò che è ingiusto, e questa resta la nostra posizione».

La polizia appare in difficoltà perché si trova di fronte non i giovani specializzati nei riots, ma la generazione che è cresciuta con internet, le start-up, l’università, che si rivolge alle forze dell’ordine dicendo «vi stiamo aiutando, siete nostri fratelli», oppure «stiamo lottando per i tuoi diritti» come esclama un manifestante sotto gli occhi attoniti degli agenti che poi optano per il rilascio. Tutto procede pacificamente, in clima di festa, finché alle 13 un gruppo di manifestanti si dirige verso il Parlamento e la violenza prende il sopravvento: lanci di sassi a cui la polizia replica con lacrimogeni, getti d’acqua e proiettili.

INTANTO LA LEGGE viene approvata, ed esplode la rabbia: un gruppo di manifestanti entra nel Senato e una sezione dell’edificio viene incendiata. La polizia spara per mettere fine all’assalto e sono chiaramente live bullets. I manifestanti vengono allontanati mentre i deputati fuggono attraverso tunnel sotterranei. Il bilancio è al momento di almeno 50 manifestanti feriti da proiettili e 5 morti. Le connessioni internet sono state interrotte. Le proteste proseguono in tutte le città del Paese e anche all’estero. Centinaia di cittadini keniani hanno manifestato davanti alla loro ambasciata a Londra.

A QUESTO PUNTO spetta al presidente della Repubblica William Ruto firmare o meno la legge per la sua promulgazione. Potrebbe ancora rinviare il testo alle Camere. Il leader dell’opposizione Raila Odinga ha chiesto il ritiro immediato e incondizionato della legge finanziaria per far posto al dialogo. Per i manifestanti «Ruto must go», «Yote yawezekana bila Ruto» (tutto è possibile senza Ruto).