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Kabila-Tshisekedi, ci si mette anche l’Unione africana: «Congelare i risultati del voto»

Kabila-Tshisekedi, ci si mette anche l’Unione africana: «Congelare i risultati del voto»La nuova statua di Laurent Kabila, padre di Joseph, a Kinshasa – Afp

Repubblica democratica del Congo Da Kinshasa replica irritata del governo. Anche l'annuncio di una delegazione guidata dal ruandese Paul Kagame farà discutere

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 19 gennaio 2019

Felix Tshisekedi è il vincitore del voto con cui lo scorso 30 dicembre la Repubblica democratica del Congo avrebbe scelto il suo nuovo presidente?

Anche l’Unione africana, al termine di un meeting ristretto che si è svolto ieri a Addis Abeba, ci ha tenuto a dire la sua sull’esito ufficiale della rovente tornata elettorale. Non sono parole concilianti: «I capi di Stato e di governo presenti alla riunione hanno concluso che esistono seri dubbi circa la conformità dei risultati provvisori proclamati dalla Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni)». La richiesta è dunque quella di «sospendere la proclamazione dei risultati definitivi». Proclamazione che a Kinshasa era prevista per ieri, dopo il via libera della Corte costituzionale.

«Non spetta all’Unione africana dire alla Corte cosa fare»: secca, la risposta del governo congolese. D’altro canto l’Ua si è uniformata al giudizio espresso a caldo dalla Francia e in modo appena un po’ più sfumato dal Belgio. Ed è la tesi che dall’inizio sostengono a gran voce la Conferenza episcopale congolese e l’altro candidato dell’opposizione Martin Fayulu, autoproclamatosi vincitore con il 62% dei voti ma solo secondo con meno del 35% secondo la Ceni. Tutti d’accordo nel denunciare un patto sottobanco tra Tshisekedi e il presidente uscente Joseph Kabila per una transizione del potere accomodata.

Per contro, il vertice della Comunità per lo sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc), che si è svolto a seguire nella sede dell’Ua, non ha voluto rincarare la dose dopo che per bocca del ministro degli Esteri sudafricano Lindiwe Sisulu aveva consigliato alle parti in campo di formare un governo di unità nazionale.

Gli otto leader presenti al vertice – Abiy Ahmed (Etiopia), Alpha Condé (Guinea), Idriss Déby Itno (Ciad), Hage Geingob (Namibia), Paul Kagame (Ruanda), João Lourenço (Angola), Edgar Lungu (Zambia), Yoweri Museveni (Uganda) e Denis Sassou Nguesso (Congo-Brazzaville) – hanno anche annunciato l’invio a Kinshasa di una delegazione di alto livello guidata dal ruandese Paul Kagame, per provare a risolvere la crisi. Kagame è sì presidente di turno dell’Ua, ma è anche poco neutrale rispetto alle vicende del paese vicino, un grande e tormentato paese nel quale il piccolo Ruanda fa il bello e il cattivo tempo da almeno 20 anni, sia da alleato decisivo che da strenuo avversario della dinastia Kabila.

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