Justin Randolph Thompson, intervista visiva #02/2021
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Justin Randolph Thompson, intervista visiva #02/2021

Alt 2021 ALT è una rubrica mensile dedicata alle artiste e agli artisti emergenti, una “vetrina virtuale”, un racconto visivo del proprio lavoro: non solo l’opera “finita” ma tutto il processo necessario alla sua realizzazione, e il tempo, ovvero la disciplina quotidiana che si nasconde dietro ogni creazione. Arte, Lavoro, Tempo, cioè ALT
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 21 febbraio 2021

(Peekskill, NY 1979)

Artista visivo, mediatore culturale ed educatore. Vive tra l’Italia e gli Stati Uniti dal 1999, Thompson è co-fondatore e direttore del Black History Month Florence, un’esplorazione sfaccettata delle culture diasporiche africane nel contesto dell’Italia, fondata nel 2016. Thompson è vincitore dell’Italian Council IX con il progetto “Minted in Enemy Bronze”, ha ricevuto il Louise Comfort Tiffany Award, il Franklin Furnace Fund Award, il Visual Artist Grant della Fundacion Marcelino Botin, due Foundation for Contemporary Arts Emergency Grants, una Jerome Fellowship dal Franconia Sculpture Park e una Emerging Artist Fellowship dal Socrates Sculpture Park.

//ARTE

La sua ricerca coincide con l’attitudine a trascorrere tempo con le persone per instaurare conversazioni significative pervase da strati di astrazione e complessità, con lo scopo di spingere gli interlocutori verso prospettive e percezioni nuove. La risonanza della storia, insieme ad una particolare attenzione per la funzione dell’arte nella società, sono caratteristiche profondamente radicate nelle sue opere: sono pratica quotidiana.

//LAVORO

Il lavoro per l’artista è ogni gesto, pensiero, considerazione e movimento quotidiano. Il suo interesse va oltre una comprensione capitalistica della produzione e della produttività. Egli mette al centro il lavoro intellettuale inteso al di là degli schemi e delle definizioni accademiche. Il suo rapporto con il lavoro viene definito dall’artista come “tempo libero attivo”.

//TEMPO

“Ci vuole tempo affinchè il suono di una voce viaggi verso le orecchie che ascoltano, verso i corpi sensibili. Ci vuole tempo affinchè quei suoni si traducano in percezione. Ci vuole tempo affinchè il nostro corpo e i nostri timpani vibrino con la ricezione delle onde sonore. Ci vuole tempo per decifrarne il significato” sostiene l’artista, riferendosi alle micro comprensioni del tempo. E conclude: “può volerci una vita per descrivere quel frammento di secondo di ricezione uditiva.”

Per saperne di più  www.justinrandolphthompson.com

Vai sul profilo instagram del @manifesto per visualizzare l’intervista visiva di Justin Randolph Thompson. intervista #02 del 21/02/21

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