Enzo Umbaca, la performance come rete della memoria
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Enzo Umbaca, la performance come rete della memoria

Alt 2024 L'artista lavora su progetti che nascono da una pratica di attraversamento urbano, azione necessaria al suo bisogno di conoscere i luoghi e le persone che ci abitano. Insieme a loro, costruisce un dialogo in grado di tenere in vita la memoria di una cultura operaia, che affonda nelle storie di migrazioni e nelle possibilità del gioco
Pubblicato circa 5 ore faEdizione del 4 ottobre 2024

Enzo Umbaca (Caulonia, 1960) diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera, vive a Milano. La sua ricerca è incentrata sul tema dell’identità e si sviluppa attraverso diversi media, materiali e linguaggi che variano dal video alla fotografia, alla performance.


Attraverso i suoi progetti e lavori si prefigge di entrare in relazione con la società: mediante i linguaggi dell’arte contemporanea, mette alla prova se stesso e la figura dell’artista, tentando di instaurare una nuova forma di comunicazione con il pubblico.

My Name 2017, anagramma su cartellone pubblicitario. Stazione Centrale di Milano, foto: Federico Ambrosi

Oltre a coinvolgere il pubblico, attiva relazioni e rapporti con altre persone, che possono essere gli abitanti di un paese o esperti di altre discipline, indispensabili per la costruzione del progetto.

Ha esposto in Italia e all’estero tra cui al Museo MAGA di Gallarate, alla Kunsthalle San Paolo Brasil, National Gallery, Bratislava SK. Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, al MAN di Nuoro. Museo Mart Rovereto, Emergency Biennale, Cecenia, itinerante. Tiranabiennale2, Albania, alla 1° Biennale di Melbourne. Al PAC, e Triennale di Milano. Alla GAMeC, di Bergamo. Casino Luxembourg, Luxembourg. Archivio video Careof – Fondazione Prada, Cinema Godard. Ha partecipato al progetto Oreste in occasione della 48° Biennale di Venezia. Il suo lavoro è stato pubblicato su Cream3, Phaidon London.

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