Ius scholae, la Cei contro il centrodestra: «Basta ideologie, si approvi la legge»
La battaglia in Parlamento Lega e FdI schierati contro, resistenze da Forza Italia. Monsignor Perego: «Ne parliamo da almeno 15 anni, la norma viene letta con parametri ideologici che non guardando alla realtà»
La battaglia in Parlamento Lega e FdI schierati contro, resistenze da Forza Italia. Monsignor Perego: «Ne parliamo da almeno 15 anni, la norma viene letta con parametri ideologici che non guardando alla realtà»
La discussione alla Camera dello ius scholae (l’ottenimento della cittadinanza al minore straniero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno e abbia frequentato la scuola per almeno 5 anni) ha subito provocato la reazione veemente della Lega, schierata contro in sintonia con Fratelli d’Italia, ma anche le resistenze di Forza Italia. E il passaggio al Senato si annuncia ancora più complicato. Ieri è arrivata la preso di posizione a favore della legge della Cei con monsignor Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni: «La riforma della cittadinanza va incontro al paese che sta cambiando. Spero che le ragioni e la realtà prevalgano sui dibattiti ideologici, per il bene di chi aspetta ma anche dell’Italia che è uno dei paesi più vecchi».
La Lega ha presentato 1.500 emendamenti ironizzando sul Pd: «Spiace che il partito che una volta rappresentava i lavoratori adesso abbia come priorità gli immigrati». A Salvini, secondo cui daremmo la cittadinanza alle baby gang, Perego replica: «È il contrario. Rendere la persona più partecipe e non creare due città, quella degli esclusi e quella degli inclusi, favorisce la sicurezza sociale. Non capisco perché si voglia mettere in contrapposizione una situazione sociale, di crisi economica che stiamo vivendo, con un diritto».
Da Fi Tajani ieri ha ribadito: «Siamo favorevoli al principio ma deve esserci una formazione vera: elementari e medie più un esame finale. Lo ius scholae in questo momento non rappresenta una priorità». Anche su questo la Cei replica: «Ne parliamo da almeno 15 anni, contrapporre il caro bollette non ha senso. La legge viene letta con parametri ideologici che non guardando alla realtà. Quella di un milione e 400mila ragazzi, dei quali 900mila alunni delle nostre scuole, e gli altri che hanno più di 18 anni, che aspettano di essere cittadini italiani. L’Italia è cambiata con 5 milioni e mezzo di migranti. Occorre utilizzare lo strumento della cittadinanza per rendere partecipi di questa trasformazione le persone che attendono ma anche gli italiani che sempre si sono detti favorevoli, che sono oltre il 70%». E ancora: «La cittadinanza aiuterebbe anche una circolarità del mondo migratorio in Europa».
La forzista Renata Polverini si è dissociata dal patito: «Voterò a favore. Il centrodestra sui nuovi italiani è anacronistico. Ma se si accogliessero le richieste di Fi sui cicli scolastici si allargherebbe il consenso». Di Maio ha utilizzato il tema per schierarsi a difesa dell’esecutivo: «Mi auguro che si trovi un compromesso in Parlamento, mi sconcerta che si usi come una bandierina per picconare il governo».
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