Un pareggio in terra di Francia. 13 a 13. Un pareggio dal sapore amarognolo perché a tempo ormai scaduto un calcio piazzato di Paolo Garbisi, il calcio del possibile sorpasso, va a rimbalzare sul palo. Un pareggio dopo un primo tempo trascorso in apnea, in sofferenza, a difendere la propria linea di meta, in evidente inferiorità fisica contro una squadra francese tanto più pesante e potente; e un secondo tempo con un uomo in più ma senza la capacità di affondare i colpi. Un pareggio double-face: due partite in una. Una partita segnata da due episodi. Il primo è il cartellino rosso che ha privato la Francia di Jonathan Danty alla fine del primo tempo. Da quel momento i bleus si sono trovati la strada in salita: erano stati avanti 10 a 0, avevano stabilmente occupato la metà campo italiana, avevano sbagliato molto, troppo, lacunosi e fallosi sebbene dominanti. Adesso con quel cartellino rosso cominciava un’altra storia: Francia a difendere, Italia in attacco.

IL SECONDO episodio accade a tempo ormai scaduto, oltre l’ottantesimo minuto. Manuel Zuliani fa la cosa che gli riesce meglio: razzolare nella ruck, mettere le mani sulla palla, costringere gli avversari al fallo. Penalty. Profumo di vittoria, stadio Pierre Mauroy che rumoreggia scontento e deluso. Garbisi prende palla, la sistema sul conetto, respira, è un calcio non proibitivo e si concede un momento per respirare. Alza gli occhi verso i pali delle porte, Garbisi, riabbassa lo sguardo e in quel momento la palla ovale casca dal conetto. Lo stadio è coperto, non c’è vento a spazzare il campo, ma la palla cade. Mancano sei secondi per calciare quel pallone e quei sei secondi mettono tanta fretta, troppa fretta: non c’è più tempo per ripetere la preparazione, bisogna risistemare il pallone e calciare subito. Garbisi calcia, l’ovale parte, compie la sua parabola, va a incocciare il palo e finisce in campo. Fine della storia: pareggio.

QUESITO per solutori più che abili: occasione mancata o sospirone di sollievo dopo quei primi quaranta minuti passati a subire? Ognuno la vedrà come vuole. I francesi però non sono contenti: un’altra brutta prestazione e un Sei Nazioni ormai segnato. Infatti dagli spalti piovono fischi sui ragazzi del XV de France le cui facce sono rabbuiate. Ma l’Italia? Il risultato di Lilla mette al riparo dal whitewash (soltanto sconfitte), non dal cucchiaio di legno. Soprattutto ci sono quaranta minuti con un uomo in più e soltanto dieci punti all’attivo contro tre: una bella meta di Ange Capuozzo (69’), un piazzato e una trasformazione di Garbisi. Si poteva fare di più. Si poteva conquistare più campo, muovere palla, sfruttare quel vantaggio numerico. La prova della difesa azzurra è stata da applausi, non certo la fase propositiva macchiata da un’infinità di errori gestuali. Il pacchetto di mischia italiano rendeva a quello francese quasi cento chili di differenza, un’enormità, e lo si è visto fin da subito, dalle prime mischie ordinate. Resistere e subire una sola meta (Ollivon al 7’) è un punto di merito, non riuscire a proporre gioco per tutti i primi quaranta minuti è un segnale di debolezza. Senza il rosso a Danty (entrata sulla testa di Brex) la partita avrebbe avuto un altro corso ed è una ragione in più per masticare amaro, per aver dovuto attendere 20 minuti in superiorità per andare in meta. Prossima fermata lo Stadio Olimpico, contro la Scozia. Vedremo. Proprio la Scozia ha conquistato ieri la su quarta Calcutta Cup consecutiva sconfiggendo l’Inghilterra 30 a 21 al Murrayfield. Una striscia vincente che eguaglia il record stabilito 130 anni fa, tra il 1893 e il 1896. Non c’è nulla di più sgradevole per un inglese che uscire sconfitto da Murrayfield, la casa dell’orgoglio scozzese, e non c’è nulla di peggio che concedere agli avversari una tale giornata di gloria. Duwan van de Merwe ha iscritto il suo nome nella storia del quindici del cardo con una tripletta, Finn Russell ha confermato di essere il mediano di apertura più sulfureo del vecchio continente. Nell’altra partita di questa terza giornata del torneo l’Irlanda ha battuto il Galles 31 a 7 a Dublino, conquistato l’ennesimo punto di bonus e sembra marciare spedita verso un secondo slam consecutivo, impresa riuscita tre volte agli inglesi e una ai gallesi e ai francesi. Questo Sei Nazioni post-mondiale ha molte cose da raccontare.

Classifica: Irlanda 15; Scozia 9; Inghilterra 8; Francia 6; Italia e Galles 3.